GLI INCONTRI DI OGGI
Lega e M5s hanno reso noto l’incontro dai toni “cordiali” avvenuti oggi tra il leader leghista Matteo Salvini e l’ex Premier Giuseppe Conte: sul tavolo, inevitabilmente, le “trame” per le Elezioni del Quirinale, nelle ore in cui il “borsino” dei candidati vede salire non poco le quotazioni dell’attuale Premier Mario Draghi.
Come raccontano diverse “voci” dall’interno del Parlamento, l’impressione è che la “strada-Draghi” verrà battuta nel momento in cui si riuscisse a trovare un accordo tra i vari partiti della maggioranza per un “patto di fine legislatura” fino al 2023, con cambio Premier (Cartabia? Colao?) e con Draghi nuovo Presidente della Repubblica. Le “piste” e le “ipotesi” restano diverse, come suggerito dallo stesso Salvini ma anche dal segretario del Pd Letta a “Radio Immagina”, «Di fronte all’assalto al Colle del centrodestra abbiamo dovuto trovare un equilibrio fra respingere l’assalto e tenere un canale di comunicazione, per un nome condiviso e non di parte, quindi non un nome di centrodestra. Dobbiamo trovare un accordo, su un nome super partes». Entro domenica – svela l’ANSA – Silvio Berlusconi potrebbe sciogliere la sua riserva sulla candidatura o meno al Quirinale: conferma il tutto Vittorio Sgarbi, raggiunto da “Un giorno da pecora” su Rai Radio1, «Berlusconi è ad Arcore e rimarrà ad Arcore, credo si esprimerà con dei bollettini. Mi pare chiaro che questa pausa sia diventata di riflessione, in cui lui possa elaborare un nome al posto del suo e lavorare con l’impegno di un padre della patria. Direi che da un giorno e mezzo siamo su questo punto». Il critico d’arte che ha guidato con Berlusconi l’operazione “scoiattolo” alla ricerca dei voti tra i grandi elettori si dice certo, «Io so quale è il nome che proporrà Berlusconi. La Moratti posso escluderla, Cartabia non sa chi sia, su Casellati non posso dire niente, è la presidente del Senato. Comunque mi auguro che dia un segnale di grande maturità, con la capacità di dire che occorre una figura che unisce. Escludo completamente che Berlusconi si faccia contare, il nome esce prima di lunedì, immagino anche che possa uscire per iscritto», conclude Sgarbi.
ELEZIONI QUIRINALE: IL ‘BORSINO’ CON LE QUOTE
4 giorni in cui potrebbe decidersi molto se non tutto del prosieguo della legislatura e in generale dei prossimi 7 anni di politica italiana: le trame per le Elezioni Quirinale 2022 sono sempre più fitte e imprevedibilità regna sovrana in praticamente tutti i gruppi parlamentari.
Le ultime notizie sui potenziali “candidati” non variano rispetto a ieri: Berlusconi in ‘calo’, riemerge l’ipotesi Mario Draghi, dato per favorito dalle quote dei bookmakers inglesi. Per Ladbrokes, il Premier al Colle è dato a 1.73, seguito dalla Presidente del Senato Casellati (a 8), un Mattarella Bis a 8, Cartabia e Berlusconi a 11, Amato e Casini a 13 e l’ex Premier Gentiloni a 15. Atteso il vertice del Centrodestra, non ancora convocato in quanto Berlusconi ancora rimasto a Milano per il momento: «Il vertice del centrodestra deve essere ancora convocato. Per come la vedo io, è inevitabile che si svolga prima della fine della settimana quindi spero sia calendarizzato nelle prossime ore. Altrimenti lo chiederò ufficialmente», ha spiegato stamane alla Camera la leader di FdI Giorgia Meloni. A stretto giro arrivano le parole anche del segretario della Lega Matteo Salvini, «Sul Quirinale procedono gli incontri con tutte le parti in causa e il centrodestra ragionerà e voterà compatto, sarà determinato e determinante e il ruolo di Berlusconi è e sarà fondamentale. Sono fiducioso». Letta ha convocato per domenica pomeriggio i grandi elettori del Pd per dirimere le strategie sul voto da prendere il giorno successivo, pratica simile sarà fatta anche dal M5s di Conte e da Italia Viva: è tornato a parlare oggi Matteo Renzi, in una intervista a “Radio Leopolda”, punzecchiando tanto il Centrodestra quanto i “compagni” di coalizione Letta, Conte e Speranza. «La destra è ferma non ha fatto niente, Berlusconi di fatto va verso il ritiro, poi vedremo le modalità con cui lo comunicherà. La sinistra ha fatto un tweet che sembra di Qui, Quo e Qua. Se da un lato zio Paperone si è ritirato, dall’altro Qui, Quo e Qua hanno fatto lo stesso tweet… Scherziamo, sono battute – ha sorriso l’ex Premier – Letta, Conte e Speranza hanno fatto bene a non chiamarci, da un lato non è il metodo che noi amiamo scegliere un hashtag, io vorrei scegliere un presidente».
QUIRINALE, VOTO POSITIVI COVID AL DRIVE-IN?
Un Renzi sempre più “centrale” nelle manovre per le Elezioni del Quirinale, visti i numeri che non danno scampo a nessuna coalizione con i soli propri numeri (neanche dalla quarta votazione in poi dove il quorum si abbassa a 505 voti necessari sui 1009 totali). «Avranno bisogno di noi», è l’appello-sfida lanciata da Matteo Renzi giudicando le prossime mosse da fare entro il 24 gennaio. Una di queste è dirimere al più presto il “nodo” dei grandi elettori positivi al Covid: in un primo momento il Presidente della Camera Roberto Fico aveva chiuso ogni possibilità al voto “a distanza”. Ieri però, su forte pressione di quasi tutti i partiti (M5s escluso), la Camera ha approvato un ordine del giorno che impegna il Governo a prendere ogni misura possibile per fare votare tutti: ecco dunque l’ultima proposta giunta stamane durante la riunione dei capigruppo di Montecitorio, lanciata dallo stesso Fico. Per l’elezione del Capo dello Stato si potrebbe allestire un “drive in elettorale” nel parcheggio della Camera, in via della Missione: in questo modo si consentirebbe ai positivi o a chi è in quarantena di votare. Dopo il pressing di Salvini, Meloni, Tajani e dei capogruppo Pd e M5s (Serracchiani e Crippa), è lo stesso leader di Iv Renzi a prendere il “toro per le corna”: «Stiamo chiedendo con grande forza al presidente della Camera di non commettere uno scempio costituzionale nel non far votare le persone con 37,6: non è dittatura sanitaria ma è un atteggiamento di grigio burocratismo – ha aggiunto l’ex Premier -. Non si può permettere che l’elezione del presidente della Repubblica sia segnata dalla mancanza dei positivi: come un positivo si alza per andare a fare un tampone, entra alla Camera con un circuito protetto, vota e va via». Servirebbe un decreto d’urgenza per consentire ai positivi Covid di partecipare al voto del Quirinale: una decisione potrebbe essere presa nel prossimo Cdm (fatto slittare da oggi a domani) prima del weekend. Sembra invece non esserci speranza per i parlamentari no vax di Sicilia e Sardegna: dopo il ricorso presentato dai 5 capeggiati da Pino Cabras (Alternativa c’è) contro l’obbligo di Super Green Pass sui trasporti, ieri la Consulta ha ritenuto inammissibile la richiesta, confermando dunque l’impianto del Decreto Covid che ad oggi impedisce ogni spostamento dalle isole se sprovvisti di Green Pass “rafforzato”.