Arrivano importanti aggiornamenti a tre giorni delle elezioni al Quirinale 2022. Secondo quanto riportato pochi minuti fa da fonti parlamentari azzurre all’Agi, il presidente forzista Silvio Berlusconi domani scioglierà la riserva riguardo alla candidatura per il Colle. Domani è in programma il vertice della coalizione e, spiega l’Ansa, il Cavaliere potrebbe seguire il summit da remoto e non in presenza.



È stato Matteo Salvini a contattare i colleghi leader per avvisarli del vertice di Centrodestra programmato per domani a Roma. «Lavori in corso», le parole dell’ex ministro dell’Interno. «La coalizione avrà l’onore e l’onere di proporre per il Colle una candidatura di altro profilo», ha aggiunto. Attesi aggiornamenti nel corso delle prossime ore, così Lollobrigida di FdI ai microfoni dei tg: «Per Fratelli d’Italia è importante garantire la compattezza del centrodestra e scegliere un nome di un Presidente della Repubblica che sappia difendere gli interessi della Nazione. La nostra proposta sarà questa. Ovviamente ci aspettiamo che il presidente Berlusconi, che senza dubbio è all’altezza, sciolga la riserva sulla sua candidatura». (Aggiornamento di MB)



MARIO DRAGHI CANDIDATO N.1 AL QUIRINALE

Sono ormai solo tre giorni che separano i partiti dalla grande prima prova di votazioni per le Elezioni del nuovo Presidente della Repubblica: le segreterie centrali sono roventi, gli scambi fittissimi e i candidati al Quirinale che si “rimpallano” da un retroscena all’altro.

Quanto emerso però nelle ultime ore sembra porre una sorta di “testa a testa” tra due situazioni comunque sia anomale per la Repubblica italiana: da un lato un cambio di residenza, da Palazzo Chigi al Quirinale per il signor Mario Draghi. Dall’altro, una permanenza più del previsto al Colle per l’inquilino attuale, quel Sergio Mattarella che già subentrò ad un semi-duplice mandato del fu Presidente Giorgio Napolitano. Le carte di Berlusconi sembrano sempre più risicate, anche se dal Centrodestra si tenta fino all’ultimo di giocare la duplice partita: provare la linea del Cav e allo stesso tempo preparare un possibile terreno fertile per l’elezione di un Presidente che non sia ancora una volta pescato nel campo del Centrosinistra. Ieri è emersa anche da fonti autorevoli parlamentari la “proposta” di una sorta di “Governo fotocopia” che veda l’accordo tra tutti i partiti di maggioranza per un cambio al timone di Palazzo Chigi – Colao o Cartabia – con Draghi al Colle e un Governo molto simile a quello attuale, modificando solo qualche tecnico e lasciando “intatti” i dicasteri occupati già oggi dai capidelegazione di Pd, M5s, Lega, FI, LeU e Iv.



INCONTRI PER ELEZIONI PRESIDENTE: OGGI LETTA-RENZI

Uno scatenato Vittorio Sgarbi, come sempre tra il serio e il faceto, oltre a condurre l’operazione “scoiattolo” per trovare voti sul fronte Berlusconi, avvisa sulle possibili alternative che potrebbero scorgersi all’orizzonte, a tre giorni dall’inizio delle Elezioni Quirinale 2022 in Parlamento (lunedì 24 gennaio, ore 15). «Se Draghi va al Colle come nuovo presidente della Repubblica», spiega a Rtl 102.5 il parlamentare e critico d’arte, «contestualmente al governo va un nome già deciso come premier che ha Salvini agli Interni e Di Maio agli Esteri, come al primo Conte. Con la differenza che questa volta è una maggioranza di centrodestra e M5S senza il Pd. Altrimenti, se Draghi impone, anche il Pd. Non c’è possibilità che Draghi faccia sciogliere nulla perché la sua indicazione è contestuale all’indicazione del Presidente del Consiglio. È chiarissimo». Proseguono intanto i vertici tra i vari leader dei partiti per definire al meglio gli schemi da adottare la prossima settimana, forse già quella decisiva: stamane è stata la volta dell’incontro a Palazzo Giustiniani tra Matteo Renzi ed Enrico Letta, si è invece sempre in attesa della convocazione del vertice del Centrodestra per ora congelato in quanto Berlusconi ancora “rifugiato” ad Arcore. Una novità però arriva dal fronte Cdx: scrive l’ANSA che lunedì mattina sono convocati i grandi elettori di Forza Italia, circa 150 fra senatori, deputati e delegati regionali, «per coordinare il lavoro in vista dell’elezione del Presidente della Repubblica e per rafforzare il coordinamento con le altre forze politiche del centrodestra».