ELEZIONI QUIRINALE, IL “BORSINO”
Ad una settimana dal voto sul Quirinale, le elezioni più imprevedibili della storia recente della Repubblica vedono diversi candidati più o meno “ufficializzati” ma nessuna vera pista principale per la sostituzione del Presidente uscente Sergio Mattarella dal 3 febbraio per i successivi 7 anni.
Le trame tra i diversi partiti in Parlamento proseguono a fari semi-spenti, con “necessarie” dichiarazioni pubbliche per provare a tastare il terreno dei 1008 Grandi Elettori che si apprestano dal 24 gennaio a decidere le sorti della Repubblica nel suo ruolo più alto. Ieri gli ex M5s nel Gruppo Misto (con Italexit e Populisti) hanno formalizzato la candidatura del già magistrato della Consulta Pietro Maddalena, mentre in mattinata Carlo Calenda leader di Azione ha pubblicamente sostenuto (a RaiNews24) la sua candidata per il Quirinale, ovvero la Ministra della Giustizia Marta Cartabia. A questi vanno aggiunti i tre nomi che circolano sulla bocca di tutti in Parlamento, ovvero Mario Draghi, Silvio Berlusconi e sì, anche Sergio Mattarella per un’improbabile ma non impossibile “mandato bis”.
RENZI: “NO BERLUSCONI”, MA SU DRAGHI…
Se il “deus ex machina” del Partito Democratico, Goffredo Bettini, ha lanciato le sue “due vie” per le Elezioni del Quirinale, gli ha risposto a distanza il leader di Italia Viva Matteo Renzi, pronto a giocare ancora una volta un ruolo importante con il suo tutt’altro che esiguo “pacchetto” di voti tra Camera e Senato (una cinquantina di parlamentari). Al “Corriere della Sera” Bettini indica le sue due strade per il Colle: nella prima, «la politica ha uno scatto e propone a Mario Draghi un patto di un anno, individuando per il Colle una figura alta per guidare la transizione dall’uscita dell’emergenza alla ricostruzione di un sistema politico più equilibrato». Secondo il Dem, a questa operazione dovrebbe collaborare nel Centrodestra soprattutto la Lega di Matteo Salvini; la seconda strada invece, definita “obbligata” qualora dovesse fallire la prima, vedrebbe soltanto una scelta, «si chiede a Sergio Mattarella di accettare un altro mandato o si verifica la disponibilità che Draghi ha lasciato intuire». Dunque niente Berlusconi, considerato dal Centrosinistra come fumo negli occhi: anche Renzi – nella sua Enews e nella successiva intervista a Radio Leopolda – si dice concorde con Letta nel non accettare l’ipotesi del Cavaliere, «Berlusconi non ha alcuna chance di fare il Presidente della Repubblica: è circondato da persone che lo assecondano nei suoi sogni. Non ha i numeri. E che si faccia la gara alle telefonate è una cosa fuori dalla grazia di Dio. L’abbiamo detto quando queste telefonate a Ciampolillo le faceva la sinistra andava bene. Sbagliava Conte, sbaglia Berlusconi. Non alla doppia morale della sinistra». Non solo, Renzi è convinto che Salvini e Meloni si tireranno indietro piuttosto che andare a sbattere sul nome del Cav: «cambieranno idea, alzeranno il piede dall’acceleratore prima di andare a sbattere. Anche per loro Berlusconi è un’operazione “lose- lose”. Credo che lo diranno al Cavaliere». Il leader di Iv dice di parlare con tutti, «vedremo se il centrodestra avanzerà formalmente una candidatura. Nel vertice di venerdì è emerso che il sogno quirinalizio di Berlusconi non ha i numeri». Renzi preferisce tenersi Draghi a Palazzo Chigi come migliore garanzia possibile per la fine della legislatura tra un anno, ma non nasconde che anche al Colle andrebbe più che bene il nome dell’attuale Premier: «se andrà al Quirinale dovrà esserci un accordo politico contestuale sull’esecutivo. Un governo dei leader se Draghi va al Colle? (proposta di Salvini, ndr) Non è probabile ma ha un senso».