BERLUSCONI: “NON HO DECISO MA NON DELUDERÒ…”

Mentre Sgarbi ammette pubblicamente che al di là di 30-35 voti il Cavaliere Berlusconi non riuscirà a trovarli nei prossimi giorni, da Forza Italia arriva secca una “replica” in una nota con virgolettato direttamente attribuito al leader e fondatore.

«Non ho deciso, ma sono molto ottimista. Non deluderò chi mi ha dato fiducia», scrive Berlusconi rivolgendosi ai diversi parlamentari di Forza Italia e confermando che chiamerà uno ad uno i grandi elettori per le Elezioni del Quirinale. Tradotto: Berlusconi non molla e non fa passi indietro, ma prova fino all’ultimo di scovare numeri buoni per avanzare la sua candidatura. Si tratta però di una extrema ratio, come ha ammesso Sgarbi, visto che i numeri non sembrano decollare come vorrebbe Forza Italia. Per il leader della Lega Salvini c’è tempo ancora qualche giorno prima di far partire il possibile “piano B”: «Penso a un profilo di alto livello. Su Draghi, averlo a palazzo Chigi mi rassicura, poi non sono padrone del destino altrui. Poi la Lega come primo partito si assume la responsabilità di agire: chi ha più numeri in Parlamento ha onore e oneri di fare una proposta». Parla in serata a “Porta a Porta” anche la terza leader della coalizione (prima nei sondaggi), Giorgia Meloni: «Oggi il nome che è emerso è quello di Berlusconi, ha gli elementi di garanzia per difendere le cose che voglio difendere. Giovedì Berlusconi avrà le idee più chiare, se Berlusconi rinuncia il centrodestra ha diritto di fare le sue proposte e anche Fratelli d’Italia ha le sue proposte». In risposta ai “veti” del Centrosinistra, la leader di FdI rilancia «Penso che ci siano personalità anche nel campo della cultura politica del centrodestra che possano avere una maggioranza e rifiuto l’idea che chi è nella cultura di centrodestra non possa avere diritto di cittadinanza per la prima volta nella storia della Repubblica. Il gioco della sinistra è presentabile se è mio non si può fare. Ci sono persone presentabilissime nella cultura di centrodestra».



BERLUSCONI VERSO KO AL COLLE? LE NOVITÀ

«Il Centrodestra sarà compatto su qualsiasi nome presenteremo»: lo ha detto Matteo Salvini in conferenza stampa dal Parlamento, dopo che però nella coalizione aleggiano arie di “resa” per la candidatura di Silvio Berlusconi.

Contattato da Rai Radio 1, il deputato Vittorio Sgarbi ha confermato la situazione al ribasso per il Cav nelle prossime elezioni Quirinale: «Ci devono essere delle inquietudini di natura psicologica, non degli elettori, ma nel candidato, perché è rimasto a Milano. Credo che questa, come dire, pausa dipenda dal fatto che starà pensando se c’è una via d’uscita onorevole, con un nome che sia gradito a lui, forse Mattarella». L’operazione, secondo il politico che in questi giorni ha aiutato materialmente Berlusconi nello “scout” di voti in Parlamento, «si è fermata oggettivamente». Per il leader della Lega, al di là del Quirinale, «Chiunque sarà al Governo nei prossimi mesi – io penso Draghi – dovrà intervenire per scongiurare un’emergenza come quella del caro bollette su imprese, famiglie e lavoratori». Per Salvini togliere il Premier oggi da Palazzo Chigi è operazione alquanto complessa, «i soldi del Pnrr sono a prestito: con questi problemi di energia la metà delle opere rimarrà sulla carta. Anche su questo bisogna essere molto attenti». Per Matteo Renzi – sentito a “Mattino Cinque” – la prima mossa tocca al Centrodestra: «mi sembra che ci sia un po’ di confusione, di nebbia in campo, vediamo cosa succederà nei prossimi giorni. L’importante è che, al di là delle tattiche, ci sia una personalità che garantisca l’Italia per i 7 anni che verranno. Il presidente della Repubblica è fondamentale, è un guardiano silenzioso delle istituzioni. È una scelta da fare con saggezza». L’ANSA riporta come oggi pomeriggio a Montecitorio il Presidente del Consiglio Mario Draghi ha avuto un lungo colloquio di quasi un’ora con il Presidente della Camera Fico.



IL TOTONOMI PER IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Da Salvini a Renzi, da Letta a Conte e ovviamente Meloni e soprattutto Berlusconi: hanno parlato tutti ieri delle Elezioni per il Quirinale e bisognerà abituarsi. Da qui al 24 gennaio (almeno) sarà l’abitudine, con i partiti che si apprestano alla difficile partita a scacchi per il nuovo inquilino del Colle (sempre che ve ne sia uno “nuovo”…).

La mossa principale ieri l’ha fatta Salvini dicendo apertamente che la Lega porterà una sua candidatura autorevole qualora i numeri di Berlusconi non fossero netti (servono 505 grandi elettori per essere eletti alla quarta votazione, 671 per le prime tre): oggi nei vari retroscena si parla principalmente di 4 nomi, Marcello Pera, Maria Elisabetta Alberti Casellati, Franco Frattini e Letizia Moratti. Il “totonomi” sul Quirinale prosegue però su ampia scala, con i candidabili più apprezzati dall’area di Centrosinistra che non hanno certo meno chances, specie se il Centrodestra dovesse “spaccarsi” dopo le prime tre votazioni. Ai nomi sempre fermi come Mario Draghi e Giuliano Amato, si aggiungono quelli di Pier Ferdinando Casini, Marta Cartabia, Paolo Gentiloni. Da non escludere affatto un “Mattarella bis”, visto quanto i partiti terrebbero a mantenere il Premier Draghi a Palazzo Chigi per concludere la legislatura senza “passare dal vaglio” delle Elezioni anticipate in piena emergenza Covid, senza una nuova riforma elettorale e con il PNRR a metà.



ELEZIONI QUIRINALE, LE “SCHEDE SEGNATE”

Gli screzi e le dichiarazioni “sornione” all’interno delle coalizioni proseguono e saranno sempre di più a ridosso del 24 gennaio: nelle Elezioni per il Quirinale forse più imprevedibili della storia recente repubblicana, spuntano ancora una volta le “curiosità” che hanno ormai fatto la tradizione dell’appuntamento quirinalizio. Una di queste, la principale che circola in queste ore, è la cosiddetta pratica delle “schede segnate” per provare a fare capire chi abbia votato il tal gruppo parlamentare nonostante il voto segreto. Ad indicare il “metodo” ci ha pensato uno dei decani e più esperti di strumenti parlamentari come Clemente Mastella: l’ex leader democristiano ha suggerito a Silvio Berlusconi, per capire davvero chi lo voterà durante le votazioni per il Colle, di stabilire una “legenda” per i vari partiti del Centrodestra. Una cosa del tipo “Silvio Berlusconi” per la Lega, “Berlusconi Silvio” per FdI, “Berlusconi” per FI e così via (per i gruppi più piccoli, spiegano fonti dell’ANSA, saranno usati sigle come “senatore”, “onorevole” e “Cav” accompagnate al nome): in realtà il metodo con cui annunciare il voto dal Presidente in Aula verrà deciso da una riunione poche ore prima dell’inizio delle votazioni. Ad annunciarlo sarà lo stesso Presidente della Camera Roberto Fico, incaricato poi a tenere l’Aula durante le prime 4 votazioni: non è affatto scontato che segua il metodo del suo predecessore Laura Boldrini nel 2015. Ad esempio, durante l’elezione del presidente della Repubblica del 1999, l’allora presidente di Montecitorio Luciano Violante pronunciò solo il cognome del candidato.