A una settimana dalle elezioni il centrodestra scende in piazza. Sul palco tutti i candidati presidente che sfideranno il centrosinistra in 13 regioni. Se in alcune non sembra esserci partita, in un senso o nell’altro, i casi più interessanti sono certamente i “testa a testa”. Uno di questi oltre al Lazio, al Piemonte e la Campania, si gioca in Puglia tra il candidato Rocco Palese (Pdl) e l’attuale presidente Nichi Vendola (SeL).
IlSussidiario.net ha intervistato ieri Vendola sul nuovo programma per la regione pugliese, oggi chiede a Palese quali siano i punti per costruire una alternativa in questa regione.
Quale sarà il suo principale obiettivo se verrà eletto Presidente della Regione Puglia?
Far ripartire la macchina dello sviluppo per dare ai pugliesi le risposte che cercano: un lavoro stabile, una casa, servizi sanitari degni di questo nome. Le risorse ci sono. Le abbiamo individuate e le utilizzeremo per raggiungere questi obiettivi.
Qual è il suo giudizio sul governo della Puglia degli ultimi anni? Quali sono oggi i principali bisogni della regione oggi?
Credo che il governo Vendola sia stato fallimentare, perché tale deve considerarsi un amministratore pubblico che accumula debiti senza aumentare i servizi ai cittadini e poi mette le mani nelle loro tasche per pagare quei debiti ingiustificati. Non solo. Il governo Vendola è ancora più colpevole perché, mentre le imprese e i cittadini erano e sono alle prese con una crisi profonda, non ha attuato serie e concrete politiche dello sviluppo scivolando nel clientelismo e nel pregiudizio ideologico e lasciando nel cassetto ingenti risorse che potevano, invece, essere utilizzate per creare nuovi posti di lavoro.
Cosa intende?
Vendola ha fatto perdere alla nostra regione risorse comunitarie e non che si aggirano intorno ai 550 milioni di euro. Oggi la Puglia ha bisogno soprattutto di essere governata, riprogrammando gli investimenti in maniera mirata per far ripartire l’economia. Non a caso al centro del nostro programma ci sono il lavoro e, quindi, l’impresa, la casa, la famiglia. Dignità, attenzione, modernità, efficienza sono le quattro parole chiave che descrivono, a mio avviso, un’amministrazione regionale fatta a immagine dei cittadini, per l’interesse della Puglia e non della politica per la politica.
Quali opportunità vede nel prossimo federalismo fiscale, che prevede il finanziamento dei costi standard e non più della spesa storica, assieme alla possibilità di manovrare i tributi regionali verso l’alto o il basso e prevedere nuove detrazioni regionali?
Il federalismo fiscale è un potentissimo strumento di cambiamento che dobbiamo utilizzare per rendere finalmente efficiente il funzionamento della Regione e del sistema delle amministrazioni locali e per migliorare la qualità della spesa pubblica in tutti i settori. Se riusciremo in questo potremo finalmente contare su un’amministrazione al servizio dei cittadini e delle imprese capace di agevolare lo sviluppo della società e dell’economia e non di gravare su di essa come una pesantissima mano morta.
In questa direzione intendiamo proporre al Consiglio regionale una missione di semplificazione profonda di tutto l’enorme e costoso quadro legislativo e di regolazione affastellatosi in tanti anni di legislazione regionale al fine di abbattere i costi e semplificare le attività per i cittadini e le imprese.
Ritiene che sia possibile incrementare l’attuazione del principio di sussidiarietà orizzontale nella sua regione? Se si come? Quale ruolo può svolgere la sussidiarietà orizzontale e per quali obiettivi?
Il cittadino, come espresso nell’art. 118 della Costituzione, deve avere la possibilità di cooperare con le istituzioni nel definire gli interventi che incidano sulle realtà sociali a lui più vicine. E può farlo con un coinvolgimento sempre più stringente delle associazioni che lo rappresentano. Intanto nella sanità. La vogliamo, oltre che più efficiente, sicuramente più trasparente. Per questo vogliamo dare voce ai cittadini a cui deve essere reso possibile esprimere le proprie valutazioni sulla qualità del servizio. Non solo. Istituiremo dei Comitati di controllo nelle Asl, di cui faranno parte, oltre a Guardia di Finanza e Corte dei conti, anche associazioni di consumatori.
Il recente trattato di Lisbona prevede un aumento del ruolo delle Regioni rispetto alla Ue. Come pensa di sfruttare questa opportunità?
Attraverso il Comitato delle Regioni potremo portare in Europa proposte legislative più aderenti alla realtà territoriale che rappresentiamo. Il fatto che l’Unione europea riconosca finalmente l’importanza della coesione territoriale e dell’autonomia regionale e locale, è decisamente un passo in avanti.
Il Comitato delle Regioni potrà ricorrere alla Corte di Giustizia per difendere le proprie prerogative e per chiedere l’annullamento di un atto legislativo comunitario che ritiene violi il principio di sussidiarietà, in base al quale le decisioni devono essere prese al livello più vicino possibile ai cittadini. Non solo. Il Comitato avrà diritto ad essere consultato dalle istituzioni europee su nuovi e importanti settori di intervento comunitario, come energia e cambiamenti climatici.
Le politiche regionali possono incidere pesantemente su due temi importanti come vita e famiglia. Come pensa di operare in questi due ambiti?
Vita e famiglia passano inevitabilmente attraverso serie politiche per l’inclusione sociale, il lavoro, la casa, una sanità al servizio della persona e non della politica. Innanzitutto la salute. Elimineremo tasse inique e azzereremo liste d’attesa intollerabili. Poi il lavoro. Sbloccheremo le grandi opere pubbliche per 5 miliardi di euro creando così nuova occupazione per oltre 100mila posti di lavoro. Quindi, la casa, importantissima. Realizzeremo un programma di edilizia destinata alle fasce sociali più deboli e ai giovani, basato sulla valorizzazione del patrimonio immobiliare sottoutilizzato e daremo finalmente attuazione ai principi di perequazione urbanistica della nostra legge regionale del 2001 per consentire l’acquisto della prima casa a costi contenuti e con un mutuo agevolato.
I servizi. Ci impegneremo per ottenere tutte le risorse premiali nazionali (oltre 530 milioni di euro) destinate alla qualificazione dei servizi. Appronteremo un piano straordinario rivolto alle famiglie per raddoppiare entro i prossimi tre anni il numero dei bambini negli asili nido e di anziani assistiti a domicilio, nonché per fornire anche sostegno finanziario nei casi di non autosufficienza. Partiremo, insomma, dalla persona. La politica è al suo servizio.