Se persiste lo stallo sulle candidature, continua anche il caos sulle date delle prossime elezioni regionali. Come vi abbiamo raccontato, non c’è chiarezza sulla data del voto – dovrebbe essere un Election day con amministrative e referendum per il taglio dei parlamentari – ed inizia a montare la rabbia dei governatori. Pochi minuti fa è arrivato l’ultimatum di Luca Zaia, presidente di Regione Veneto: «Se il Governo deciderà di lasciarci in sospeso fino ad agosto, i Presidenti di Regione convocheranno le elezioni alla prima data utile, che per noi è il 20 settembre. Si rischia purtroppo uno spreco, perché se il Governo deciderà di convocare le urne per ottobre o novembre per il referendum e le comunali, salterebbe l’election day». Il leghista ha poi aggiunto: «A oggi non abbiamo ancora ricevuto segnali. E mi sembra che in Parlamento si stia discutendo per andare oltre il 20 settembre. Questo ovviamente ci limita anche per decidere l’inizio delle scuole, perché gli ambienti occupati dai seggi andrebbero sanificati e perché comunque dovremmo garantire agli studenti un adeguato numero di giorni di lezione». (Aggiornamento di MB)



ELEZIONI REGIONALI 2020: CAOS SU DATE E CANDIDATI

Le Elezioni Regionali 2020 non hanno ancora una data ufficiale ma sono già una bufera: dopo che il Governo con il voto in Parlamento (e l’emendamento di Forza Italia) ha provato a fissare come data probabile dell’election day il prossimo 20-21 settembre, le Regioni si sono ribellate lamentando di non essere state ascoltate e rilanciano con il 6 settembre come prima data possibile. Il problema vero è che in 6 sfide su 7, al netto del non sapere quando si vota, non si sa ancora “chi” ci sarà a quel voto: se Comunali e Referendum sul taglio dei Parlamentari offrono uno schema più “semplice” da dirimere tra candidati e temi in campo, così non è ovviamente per le Regionali che sul nome del candidato Governatore si giocano gran parte della sfida elettorale. Se in Veneto la partita sembra ormai avviata (Zaia-Cdx contro Lorenzoni-Csx) già le cose si complicano in Toscana per il dopo-Rossi: il Centrodestra sembra intenzionato a presentare Susanna Ceccardi della Lega ma la candidatura è tutt’altro che ufficiale, mentre il Pd ha trovato un accordo con Renzi sulla figura di Eugenio Ciani (socialista attuale Presidente del Consiglio Regionale), ma vorrebbero trovare un accordo con il Movimento 5Stelle che al momento però manca.



Zingaretti e Orlando (Segretario e vice dem) dopo l’ultima Direzione del Partito Democratico hanno insistito sulla necessità di trovare un’alleanza stabile anche per le Amministrative con i grillini, ma la strada è tutt’altro che in discesa: nelle Marche va bene con il nome di Maurizio Mangialardi (sindaco di Senigallia), mentre il Cdx è orientato a candidare il deputato FdI Francesco Acquaroli, mentre la partita per il Governo giallorosso si fa ben più ostica sulla Campania dove il M5s, che voleva il Ministro Costa, non intende appoggiare il favorito Vincenzo De Luca (e anche il Centrodestra è spaccato sul nome di Caldoro). In Puglia Pd-M5s d’accordo su Emiliano ma Renzi con Italia Viva ad opporsi, mentre Raffaele Fitto di FdI è il favorito sul leghista Nuccio Altieri. Caos completo in Valle d’Aosta dove dopo lo scioglimento del Consiglio regionale per infiltrazioni mafiose, le candidature sono ancora in alto mare.



REGIONALI LIGURIA: CAOS SUL CANDIDATO

Capitolo a parte le meritano le Elezioni Regionali in Liguria, forse la Regione più in bilico come già si era evidenziato con la vittoria al fotofinish 5 anni fa del Governatore Giovanni Toti: il leader di “Cambiamo!” si ripresenta e dovrebbe avere l’appoggio totale di tutto il Centrodestra me è sul Csx il vero rebus. Il Pd ligure ha messo il veto sulla candidatura di Ferruccio Sansa, fino a ieri il nome designato che avrebbe messo d’accordo Zingaretti e Di Maio: il giornalista del Fatto Quotidiano non piace alla segreteria regionale Dem che non vuol ripetere un’operazione in stile Paita, l’autogol clamoroso di 5 anni fa a poche settimane dal voto. «Non basta dire ‘no’, serve un’alternativa», attaccano i grillini in Parlamento (fonte Huffington Post) dopo il niet del Pd ligure che ha spiazzato in primis Zingaretti e Andrea Orlando. Dopo le riunioni di ieri Sansa sembrava ormai destinato ad essere il candidato Governatore per il Centrosinistra, eppure ancora una volta l’accordo è saltato all’ultimo.

Mentre parallelamente prosegue la distanza-scontro sugli Stati Generali nazionali, anche i tavoli per le Elezioni Regionali si fanno complessi: i nomi in campo prima del “veto” erano Ariel Dello Strologo (avvocato e presidente della comunità ebraica di Genova) voluto dai Pd, e Aristide Fausto Massardo, già preside della facoltà di ingegneria di Genova, gradito ai grillini. Il nome del giornalista Sansa è stato un “terzo” gradito a livello nazionale, non a quello locale evidentemente con in più anche l’ulteriore grana di Italia Viva che è stata esclusa dai tavoli per la Liguria. Un grande caos che al momento azzera la trattativa e costringe l’alleanza M5s-Pd a farsi ancora più stretta nei prossimi giorni onde arrivare a rotture fatali che metterebbero a rischio anche la tenuta nazionale del Governo.