FISSATA LA DATA DELLE ELEZIONI REGIONALI ANTICIPATE IN LIGURIA: NIENTE ELECTION DAY CON L’EMILIA ROMAGNA (A MENO DI SORPRESE)

È ufficiale ora: le Elezioni Regionali Liguria 2024, anticipate dopo le dimissioni del Governatore Giovanni Toti, si voteranno domenica 27 ottobre (dalle 7 alle 23) e lunedì 28 ottobre (dalle 7 alle 15) prossimi. La decisione è stata presa e comunicata dal presidente ad interim Alessandro Piana (Lega) dopo aver sentito la presidente della Corte d’Appello di Genova, Elisabetta Vidali: dopo il caos in Regione Liguria per gli oltre 80 giorni arresti domiciliari per il Presidente uscente Toti (accusato di corruzione nell’ambito della maxi inchiesta di Genova sulla gestione del Porto), le dimissioni del Governatore negli ultimi 7 anni in Liguria sono state accompagnate da pressioni di tutte le opposizioni che da settimane chiedevano le Elezioni Regionali anticipate.



Nella nota di annuncio della data per il ritorno al voto in Liguria, il presidente facente funzioni Piana ha spiegato come l’intesa trovata «permette di conciliare l’organizzazione di un appuntamento così importante per l’intera comunità, con l’obiettivo di consentire alla nuova amministrazione regionale di partire quanto prima, salvo eventuale decreto del governo per accorpare l’appuntamento alle urne con le altre Regioni al voto». La proposta del 27-28 ottobre 2024 non è però la parola ultima sulla data delle Elezioni Regionali in Liguria, in quanto spetta poi al Governo confermare il tutto con un decreto ad hoc del Ministro dell’Interno: in un autunno che si preannuncia molto caldo per il Centrodestra, sono attesi i voti oltre che della Liguria anche per Umbria e soprattutto Emilia Romagna (dopo le dimissioni di Bonaccini per l’elezione al Parlamento Ue). Meloni starebbe ragionando sul portare un Election Day il 17-18 novembre per permettere un unica due giorni di voti tra Liguria, Emilia Romagna e Umbria.



CANDIDATI VERSO LE ELEZIONI REGIONALI LIGURIA 2024: DESTRA SU NOME CIVICO POST-TOTI, SINISTRA APPESA A ORLANDO

Non appena saranno definite le specifiche ufficiali sulla data delle Elezioni Regionali Liguria 2024, il tema che accompagnerà la breve campagna elettorale post-estate sarà tutto incentrato su due punti: da un lato il processo molto più che probabile ai danni dell’ex Governatore Giovanni Toti, visto che ieri la Procura di Genova ha chiesto il rinvio a giudizio immediato, il cui inizio potrebbe tra l’altro coincidere proprio con le Regionali: tra l’altro, è di oggi la notizia che presto potrebbe ottenere la revoca della misura cautelare. Il secondo e ultimo punto chiave da chiarire sono i nomi dei candidati che gli schieramenti porteranno alle urne.



In casa Centrodestra, sebbene resti compatta l’intera coalizione a sostegno dell’innocenza di Toti, si valuta un nome che porti discontinuità con la giunta uscente per provare nell’impresa di recuperare il consenso perduto dopo gli ultimi due mandati (flessione naturale per chi è al potere) e soprattutto dopo le inchieste sulla corruzione a Genova. Sembra tramontata l’ipotesi di Rixi, parlamentare della Lega e viceministro del MIT: e allora si vira su possibili nomi “civici”, dall’imprenditore Giuseppe Costa in grado di attrarre anche parte dell’elettorato riformista di sinistra, o l’esponente della lista Toti Ilaria Cavo, oppure ancora Pietro Piciocchi, il vicesindaco di Genova.

Il Centrodestra rischia però di scontare anche un fisiologico effetto “notorietà” rispetto al possibile candidato del Centrosinistra, nonché ex Ministro della Giustizia: lo spezzino Andrea Orlando sarebbe infatti in pole per rilevare le precedenti fallimentari coalizioni anti-Toti, puntando alla guida del Consiglio Regionale nelle prossime Elezioni Regionali anticipate in Liguria. Negli scorsi giorni l’esponente Pd ha chiesto garanzie sull’unità del “campo largo”, anche cercando di portare a bordo l’area renziana dentro la quale non tutti sarebbero d’accordo di governare con M5s e AVS: toccherà a Schlein cercare di unire la coalizione per non perdere l’occasione di battere il Centrodestra ligure indebolito dalle inchieste di Genova.