Sono numerose le reazioni politiche italiane alla vittoria schiacciante di Boris Johnson alle elezioni nel Regno Unito. Il leader della Lega, Matteo Salvini, ha esultato, e attraverso la propria pagina Twitter ha scritto: “Go Boris Go! Sinistra sconfitta anche in Gran Bretagna!”. Soddisfatta anche la segretaria di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, che sempre attraverso Twitter ha cinguettato: “Congratulazioni a @BorisJohnson per la grande vittoria. Ancora una volta la coerenza paga, ora la volontà del popolo britannico sarà finalmente rispettata. A noi il compito di difendere gli interessi italiani in un nuovo rapporto di cooperazione con il Regno Unito”. Sulla vicenda si è espresso anche il numero uno di Italia Viva, l’ex presidente del consiglio Matteo Renzi, che ha accusato la sinistra radicale inglese di essersi troppo concentrata sulle accuse a BoJo: “La Brexit sarà colpa anche della sinistra radicale”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
RISULTATI ELEZIONI UK: LA RESA DI CORBYN
Si sta per concludere lo spoglio in Gran Bretagna dopo le elezioni tenutesi ieri, ma il risultato è ormai acclarato. Come vi avevamo già anticipato nella serata di ieri, è stato un trionfo per il premier Boris Johnson e un clamoroso buco nell’acqua per i laburisti di Corbyn, che hanno subito la peggior sconfitta dal 1935 ad oggi. I Tory hanno ottenuto 345 seggi su 650, oltre la soglia dei 326 necessari per governare senza altre alleanze, di conseguenza, il nuovo governo dovrebbe avere vita piuttosto facile sui temi pregnanti, a cominciare ovviamente dalla questione Brexit. Il rieletto premier ha ribadito il proprio impegno per “unificare il paese”, ringraziando il “popolo” per il risultato e sottolineando che il suo obiettivo sarà “cambiare il Paese per il meglio”. Di tutt’altro tenore il discorso di Corbyn, che non ha rassegnato le dimissioni ma che ha spiegato che per il momento si propone di “guidare il Labour in una fase di riflessione”, annunciando però che non guiderà piu’ il partito “in un’altra elezione”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
DIRETTA ELEZIONI UK 2019 RISULTATI: VITTORIA SCHIACCIANTE DEI TORY
Trionfo Tory, tracollo Labour: risultati sorprendenti per le elezioni Uk 2019 secondo gli exit poll. Il movimento guidato da Boris Johnson si attesta a 368 seggi, 51 seggi in più rispetto al voto del 2017, mentre i laburisti ne hanno persi ben 71. 20 seggi in più per i nazionalisti scozzesi, mentre i LibDem ne guadagnano appena uno. I Tory registrano il miglior risultato da 36 anni a questa parte, quando Margaret Thatcher ottenne 397 seggi. Le dimensioni della sconfitta del movimento di Jeremy Corbyn sono catastrofiche: Labour mai così male dal 1935 ad oggi. Ospite di Sky News, l’ex speaker della Camera dei Comuni John Bercow non ha usato mezzi termini: «Se gli exit poll si riveleranno accurati, questo risultato rappresenta una vittoria fenomenale per i Tory». Novità importanti anche per quanto concerne la Brexit: fonti francesi spiegano che l’uscita del Regno Unito dall’Europa potrebbe verificarsi il 31 gennaio 2020. E un portavoce conservatore ha confermato: «Una maggioranza ampia significherebbe che ora possiamo finalmente porre fine all’incertezza e portare a termine la Brexit. Consentirebbe al Paese di riunirsi e andare avanti offrendo il cambiamento per cui le persone hanno votato nel 2016», riporta Sky Tg 24. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
ELEZIONI UK 2019, RISULTATI: PER EXIT POLL VINCONO I TORY
Elezioni Uk 2019, chiusi i seggi ecco i primi risultati: per gli exit poll, Boris Johnson ha la maggioranza assoluta. La Bbc dà già una vittoria virtuale ai Tory: conservatori con 368 seggi, Labour fermi a 191. Un trionfo a valanga per il premier uscente, che si assicurerebbe un margine di 86 seggi. «Grazie a tutti i nostri straordinari militanti», il tweet del partito laburista subito dopo l’annuncio degli exit poll. Se i risultati verranno confermati, sarebbe da considerarsi un tracollo per l’opposizione. Non particolarmente esaltanti i dati dei Lib-Dem, che avrebbero appena 13 seggi. Per quanto riguarda gli indipendentisti scozzesi dell’Snp, 55 seggi. Come riporta Sky Tg 24, si registrano i primi effetti a livello economico: sterlina in immediato rialzo su dollaro ed euro dopo la netta affermazione dei Tory di BJ. La divisa britannica guadagna l’1,85 per cento sul dollaro e l’1.09 per cento sull’euro. Attesi aggiornamenti a stretto giro di posta. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
ELEZIONE UK 2019, “HUNG PARLIAMENT”? GLI SCENARI
Ultime ore per votare, poi i seggi nel Regno Unito si chiuderanno e le elezioni vivranno il momento più atteso: quello di uno spoglio che deciderà il futuro dei cittadini britannici e non solo. Una sorta di secondo referendum sulla Brexit, quello in atto, con Boris Johnson che ha puntato tutto sull’uscita dall’Unione Europea e su questo punto si gioca la propria permanenza a Downing Street. Nei precedenti aggiornamenti abbiamo parlato di cosa accadrebbe concretamente nel caso in cui i Conservatori riuscissero ad aggiudicarsi una maggioranza autonoma, ma cosa succederebbe al contrario in presenza di un “hung Parliament“? Sono tre gli scenari plausibili secondo la BBC: il primo prevede che Boris Johnson, in qualità di premier uscente, esplori la possibilità di formare una coalizione di governo con un altro partito; la seconda ipotesi è che nasca di fatto un governo della “non-sfiducia” che dia all’esecutivo i propri voti in particolari occasioni; l’ultima ipotesi è che nasca un governo di minoranza che non ha la maggioranza ai Comuni ma governa ugualmente. Da tradizione, se il primo ministro uscente non riesce a formare una coalizione o un accordo con un altro partito, solitamente si dimette lasciando campo libero al leader del più grande partito di opposizione, presumibilmente Corbyn, che a sua volta ha così la possibilità di formare un governo. Se anche il partito di opposizione dovesse fallire, il Parlamento sarebbe sciolto in funzione di nuove elezioni. (agg. di Dario D’Angelo)
ELEZIONI REGNO UNITO 2019: BERLUSCONI, “MI AUGURO CHE…”
Sale l’attesa per i risultati delle elezioni in Regno Unito 2019, l’Europa osserva con grande interesse. Tiene banco il dossier Brexit e nelle scorse ore è arrivato anche il commento di Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Europea: «Ho molto rispetto per gli elettori britannici e penso che troveranno una soluzione saggia». L’ex ministro della Difesa di Berlino ha poi aggiunto che i leader europei discuteranno il risultato elettorale «domani, in modo rispettoso». Reazioni da tutta Europa, queste le parole di Silvio Berlusconi dal summit del Ppe: «Con Michel Barnier, negoziatore per la Brexit, abbiamo analizzato gli scenari sulla base dei diversi possibili risultati elettorali in Gran Bretagna. Personalmente mi auguro che l’esito porti ad una maggioranza che voglia ritornare sui suoi passi. Sono certo che un nuovo referendum porterebbe la Gran Bretagna a rimanere nell’Unione Europea. Del resto non capisco in che modo la Brexit possa convenire al Paese». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
ELEZIONI REGNO UNITO 2019, DIRETTA E RISULTATI
Media e sondaggi danno come unico vincitore possibile Boris Johnson (con quale margine è il vero dubbio decisivo di queste Elezioni in Regno Unito): ma cosa succederebbe se davvero questa sera nei risultati dopo gli exit poll si confermasse il Tory con larga maggioranza nel nuovo parlamento inglese? L’autosufficienza parlamentare è fondamentale per il n.1 dei Conservatori, se vuole sperare di realizzare il suo slogan elettorale “get the Brexit done”: i principali alleati in questo senso, i nordirlandesi del Democratic Unionist Party, nella scorsa legislatura si sono dimostrati decisivi per non far passare l’accordo sulla Brexit per via del celebre “backstop” sui confini delle due Irlande; se però questa volta Johnson dovesse avere davvero larga maggioranza allora l’uscita dall’Ue si avvicinerebbe di molto. Il Withdrawal Agreement – l’insieme di leggi per il distacco dall’Unione Europea – potrebbe essere approvata entro la fine dell’anno, o al massimo entro metà gennaio: così verrebbe rispettata la scadenza del 31 gennaio per la Brexit. A quel punto comincerebbe subito la trattativa per l’accordo commerciale Ue-Londra con un periodo di transizione garantito per almeno un anno, con scadenza dunque il 31 gennaio 2021. Come segnala l’Adnkronos, gli altri temi sul piatto per i Tory sono stati davvero marginali in questa campagna elettorale: «Dall’aumento dei finanziamenti per il Servizio sanitario nazionale, ad una serie di esenzioni per i redditi più bassi, all’assunzione di 20mila nuovi poliziotti».
SEGGI CHIAVE E ULTIMO SONDAGGIO
Il Premier Johnson e lo sfidante Corbyn sono già arrivati al seggio e hanno dato il loro voto come da tradizione al mattino presto: ci sarà tempo fino alle 22 ore locali per esprimere le proprie intenzioni di voto in ogni angolo del Regno Unito, con le prime Elezioni in dicembre della storia inglese. L’ultimo sondaggio di ComRes per il quotidiano conservatore Daily Telegraph, pubblicato ieri sera, prevede il 41% di voti per Johnson e il partito di Corbyn al 36%: se così fosse, l’opposizione raggiungerebbe il risultato migliore possibile di quanto visto in campagna elettorale, anche se secondo ComRes «questi risultati indicano che questa elezione è imprevedibile e potrebbe risultare in una solida maggioranza Tory ma anche in un Parlamento bloccato, senza una chiara maggioranza». Come evidenziato bene dall’analisi di YouTrend, a Londra ci sono alcuni seggi “chiave” che potrebbero rilevarsi decisivi anche in queste Elezioni Regno Unito 2019: «per i Laburisti è quasi inutile investire su Tottenham, dove due anni fa hanno vinto con l’82%, ma anche a Tiverton and Honiton, dove l’ultima volta hanno perso per 34 punti di distanza dai Conservatori», spiega YouTrend, mentre di contro i Tory puntano molto a Kensington e Chipping Barnet dove devono recuperare lo svantaggio dai Tory nel seggio storicamente assai pro-Remain e dunque anti-Brexit.
SEGGI APERTI, ELEZIONI UK AL VIA
Elezioni 2019 al via nel Regno Unito. Alle ore 7:00 locali, quando in Italia erano le otto (poco più di mezz’ora fa), si sono aperti i 650 collegi fra Inghilterra, Scozia, Galles e Irlanda del Nord, e si andrà avanti fino alle ore 23:00 italiane. Probabilmente si tratta delle elezioni più importanti della storia moderna della Gran Bretagna, tenendo conto che in ballo non vi è solo una questione politica, quanto il futuro della stessa UK, leggasi la Brexit. Una vittoria di Boris Johnson, il grande favorito, accelererebbe l’uscita dall’Unione Europea, di contro, un successo del laburista Corbin rimescolerebbe le carte in gioco. Subito dopo la chiusura dei seggi scatteranno i tanto attesi quanto temuti exit poll, con i network televisivi principali, dalla Bbc a Itv passando per Sky News, che cominceranno una maratona che proseguirà per tutta la giornata di domani, fino ai risultati definitivi. Tenendo conto che fra Johnson e Corbin sarà con grande probabilità un testa a testa, bisognerà comunque attendere lo scrutinio di gran parte delle schede per avere qualche dato consistente. In ogni caso, nella giornata di domani, venerdì 13, avremo i risultati ufficiali. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
ELEZIONI REGNO UNITO 2019: SALE L’ATTESA
La resa dei conti è giunta: la Gran Bretagna si ritrova al voto oggi per le Elezioni Regno Unito 2019, con seggi aperti dalle ore 7 alle 22 (8-23 ora italiana) e con il “rischio pioggia-neve” che potrebbe giocare un peso determinante sull’affluenza alle urne specie in quei collegi spesso determinanti per l’assegnazione della maggioranza di Governo. Con una diretta costante per l’intera giornata fino ai risultati della tarda notte, seguiremo tutte le evoluzioni e novità di queste terze Elezioni Politiche in 5 anni per il Regno Unito: un altro, ennesimo, referendum sulla Brexit di fatto che ha infatti segnato quasi interamente la campagna elettorale tra il favorito Tory di Boris Johnson e il Labour di Jeremy Corbyn. Chi vince oggi – e soprattutto con quanto margine vince – delinea non solo il futuro dei prossimi 5 anni in Regno Unito ma anche la stessa altalenante vicenda Londra-Ue: con il Labour che rosicchia seggi alla maggioranza Tory significherebbe l’ennesimo rinvio alla Hard Brexit voluta invece dal Premier uscente. Di contro, se i risultati previsti e sondaggi della vigilia dovessero confermare la piena maggioranza per i Tories allora già il prossimo 31 gennaio potrebbe avvenire la scelta definitiva dopo il primo referendum del giugno 2016, laddove tutta l’intera ultima fase di profonda crisi polita inglese ebbene inizio.
CORBYN VS JOHNSON, CANDIDATI E COME SI VOTA
«Get Brexit Done», è stato lo slogan della campagna elettorale di “BoJo” che punta a rimanere a Downing Street (ci è arrivato dopo il fallimento May e la mancata Brexit negli scorsi mesi, ndr) ma soprattutto intende avere finalmente una maggioranza in Parlamento, non più “appeso” (“hung parliament”, letteralmente “impiccato”) che consenta la realizzazione della “hard Brexit” che ha in mente il leader dei Conservatori. Il principale sfidante è Jeremy Corbyn, il “socialista rosso” del Labour che intende rendere la forbice dei voti con il rivale conservatore meno ampia possibile per impedire una piena maggioranza a Westminster; la polarizzazione dei due principali partiti della tradizione inglese è stata determinante in questa campagna elettorale, tanto che i Lib-Dem e il Brexit Party hanno visto praticamente prosciugare i propri consensi nei sondaggi della vigilia, rispettivamente da Labour e Tory. Gli sfidanti con meno possibilità di numeri importanti in Parlamento sono dunque Jo Swinson con i Liberal Democratici, il partito indipendentista scozzese della premier locale Nicola Sturgeon, i Verdi, i Nazionalisti Repubblicani del Nord Irlanda di Sinn Fein, il partito nazionalista della Galles di Plaid Cymru. Il Brexit Party di Nigel Farage – che non è candidato Premier – dopo aver trionfato solo qualche mese fa alle Elezioni Europee 2019 è probabile che avrà quasi prosciugati i consensi alle urne, complice la dura campagna pro-Brexit del leader conservatore e Premier uscente. Come si vota in Regno Unito è tutt’altro che semplice: il sistema elettorale britannico si chiama “first past the post” (“il primo prende tutto”) è alquanto bizzarro e spesso produce risultati alle Elezioni tutt’altro che prevedibili. In ogni collegio viene eletto il candidato che prende anche un solo voto più del secondo: questo segnica che partiti molto forti a livello locale, magari in Scozia, Galles o Irlanda del Nord, possono avere più seggi in Parlamento rispetto a partiti più diffusi a macchia d’olio nel Regno ma con meno possibilità di conquistare il primo posto nel collegio elettorale di riferimento.
ELEZIONI REGNO UNITO: GLI ULTIMI SONDAGGI
Secondo gli ultimissimi sondaggi politici che preparano le Elezioni in Regno Unito 2019, pubblicati alla vigilia di questo voto, la vera domanda non è chi vincerà alle urne ma con quanto vantaggio uscirà dai risultati di domani: la Gran Bretagna sarà comunque venerdì mattina a maggioranza Tory ma il dubbio è tutto su quali numeri Johnson potrà confidare per realizzare o meno il suo programma “strong” . L’ultimo aggiornamento di YouGov Uk assegna ai conservatori il 43% delle intenzioni di voto, che si tradurrebbero in 339 seggi sui 650 della Camera dei Comuni, con il Labour di Jeremy Corbyn in risalita, al 34% e 231 seggi: «Conservatori e Laburisti insieme sono quasi all’80%, i LibDem tornano a un fisiologico 13% e il partito di Nigel Farage quasi scompare», spiega Lorenzo Pregliasco di YouTrend. Il margine di errore però potrebbe sconvolgere gli stessi piani della vigilia: i Tory potrebbero anche scendere a 311 seggi, dunque niente maggioranza assoluta (garantita da 326 seggi, oggi i Conservatori hanno 298 seggi e i laburisti 243, ndr). Alla luce di questi dati fino all’ultimo voto non è possibile escludere un possibile parlamento in bilico, il vero spettro per Tory e pure per il Labour dopo tre anni di costante “caos” a Westminster. Un’incognita sull’esito del voto, sottolinea ancora YouGov, è rappresentata dal “voto tattico” che potrebbe vedere le preferenze in singole circoscrizioni inglesi convogliate su chi può sconfiggere il candidato conservatore.