l voto di domani rischia di essere, per l’ennesima volta, un nuovo “referendum” sulla Brexit: Corbyn mira a “rifare” il Remain-Leaves nei prossimi mesi per sovvertire il risultato, mentre Johnson punta dritto alla hard Brexit già dal 31 gennaio 2020. I sondaggi dicono che le Elezioni in Regno Unito avranno un vincitore quasi sicuro, ma sono tutt’altro che certi sul margine che ci sarà tra Tory e laburisti: secondo la media dei sondaggi Uk di questi ultimi giorni – riportati da Europe Elects – i Tories mantengono un vantaggio di 10 circa punti sui Laburisti, di fatto lo stesso margine segnalato all’inizio della campagna elettorale. Il tema è sempre lo stesso, la Brexit e anche in queste ultime ore le schermaglie tra i due principali contendenti si lancia sull’uscita/rimanenza in Europa: da Bruxelles però arriva un importante messaggio lanciato dal Presidente del Consiglio Ue Charles Michel, diretto a Londra e in particolar modo al possibile neo-Premier inglese BoJo «Il nostro messaggio è molto chiaro: siamo impegnati a mantenere l’unità tra i 27 leader dell’Ue, e siamo pronti per i prossimi passi». Lo stesso Johnson ha chiesto a Michel di “rappresentarlo” al prossimo Consiglio Ue previsto per venerdì, giorno in cui dovrebbero emergere i risultati ufficiali delle Elezioni UK.
JOHNSON VS CORBYN: TORY AVANTI MA…
Domani non si decide solo chi sarà il prossimo Premier della Gran Bretagna: con le Elezioni Politiche in Regno Unito 2019 (le terze in 5 anni, record superato solo dalla Spagna di recente, ndr) si delinea il futuro della Brexit, dei rapporti interni tra Londra e i partner Uk e anche buona parte del futuro europeo con gli inglesi pronti allo strappo più clamoroso mai avvenuto nella storia moderna dell’Europa. Gli ultimi sondaggi di queste ore danno in deciso recupero il Labour di Jeremy Corbyn, l’unico in grado di sfidare sui numeri il favorito Boris Johnson dei Tory, ma saranno solo i dati ufficiali che emergeranno in questa insolita votazione di giovedì (e in dicembre, per la prima volta nella storia della Corona inglese) che daranno le misure di quanto potrà accadere a Londra nei prossimi 5 anni. «Get Brexit Done», è stato lo slogan della campagna elettorale di “BoJo” che punta a rimanere a Downing Street (ci è entrato dopo il fallimento May e la mancata Brexit negli scorsi mesi, ndr) ma soprattutto che intende avere finalmente una maggioranza in Parlamento, non più “appeso” (“hung parliament”, letteralmente “impiccato”) che consenta la realizzazione della “hard Brexit” che ha in mente il leader dei Conservatori. A sfidarlo, oltre al Labour di Corbyn, anche Jo Swinson con i Liberal Democratici, il partito indipendentista scozzese della premier locale Nicola Sturgeon, i Verdi, i Nazionalisti Repubblicani del Nord Irlanda di Sinn Fein, il partito nazionalista della Galles di Plaid Cymru. Interessante sarà vedere come il grande trionfatore delle ultime Elezioni Europee 2019, il Brexit Party di Nigel Farage, potrebbe essere riassorbito o meno dai Tory più “radicali” rispetto alla guida Cameron o May.
ELEZIONI REGNO UNITO 2019: GLI ULTIMI SONDAGGI
Secondo gli ultimissimi sondaggi che preparano le Elezioni Regno Unito 2019 di domani la possibilità che Johnson possa godere di una vittoria con ampia maggioranza sono piuttosto ridotte: sempre che non accada quanto già dicevano i sondaggi ad esempio prima dell’elezione di Trump (quando sbagliarono in toto le previsioni della vigilia), l’impressione è che la Gran Bretagna sarà comunque venerdì mattina a maggioranza Tory ma il dubbio è tutto su quali numeri Johnson potrà confidare. L’ultimo aggiornamento di assegna ai conservatori il 43% delle intenzioni di voto, che si tradurrebbero in 339 seggi sui 650 della Camera dei Comuni, con il Labour di Jeremy Corbyn in risalita, al 34% e 231 seggi. A giugno scorso, dopo il voto Europeo – sottolinea Pregliasco di YouTrend – «c’erano 4 partiti in un range di 6 punti (Labour, Brexit Party, Conservatives e Liberal Democrats), ora invece si assiste a una nettissima tendenza alla bipolarizzazione: Conservatori e Laburisti insieme sono quasi all’80%, i LibDem tornano a un fisiologico 13% e il partito di Nigel Farage quasi scompare». Il margine di errore stimato da YouGov Uk però fa preoccupare Boris Johnson: i Tory potrebbero anche scendere a 311 seggi, dunque niente maggioranza assoluta (garantita da 326 seggi, oggi i Conservatori hanno 298 seggi e i laburisti 243, ndr). Il premier Tory ha convocato queste elezioni anticipate per superare lo stallo parlamentare sulla Brexit (dopo ben tre rinvii dell’uscita dall’Ue) e ottenere la netta maggioranza parlamentare che gli permetta di staccare la spina dall’Ue il 31 gennaio 2020: ma secondo Anthony Wells, direttore di YouGov, «Alla luce del modello non possiamo escludere un parlamento in bilico».