Elezioni in Spagna domani, domenica 28 aprile: si vota due anni dopo le politiche del 2016 e a meno di uno dalla crisi politica che ha permesso al socialista Pedro Sanchez di scalzare Mariano Rajoy e formare un governo di minoranza. Ma l’esperienza del premier è durata poco, visto che lo scorso febbraio ha convocato le elezioni anticipate dopo aver fallito il tentativo di far approvare la sua legge di bilancio per l’anno in corso. Oltre a quello uscente, i candidati premier sono Pablo Casado, leader dei Popolari, Pablo Iglesias, leader di Podemos, e il candidato di Ciudadanos Albert Rivera. Queste elezioni potrebbero stravolgere gli equilibri: potrebbe “esplodere” l’alternanza tra Popolari e Socialisti, con cinque partiti diversi dovrebbero essere rappresentati in Parlamento, dall’estrema sinistra alla destra neo-franchista di Vox. Mai come in queste elezioni in Spagna domina l’incertezza. E questo è preoccupante, perché questo Paese non è abituato a coalizioni, che sembrano ora indispensabili per formare un esecutivo stabile. La storia democratica della Spagna ha infatti sempre visto la formazione di governi monocolore, al massimo con appoggi esterni.



ELEZIONI SPAGNA 2019, COME SI VOTA

Il sistema elettorale spagnolo prevede l’elezione di 350 deputati del Congresso con un metodo proporzionale, che si applica in ciascuna circoscrizione, non a livello nazionale, e l’elezione di 208 senatori con metodo maggioritario. Per quanto riguarda il Congresso dei Deputati, che esprime la fiducia al governo, le circoscrizioni sono 50 e ognuna corrisponde ad una provincia. In media sono 7 i deputati da eleggere per ogni circoscrizione. La soglia di sbarramento e implicita ed elevata, ma c’è anche uno sbarramento formale al 3 per cento per escludere piccoli partiti dalla ripartizione dei seggi in circoscrizioni molto grandi come Madrid e Barcellona. Le liste sono bloccate come in Italia, e non sono previste preferenze, né un premio di maggioranza. Per quanto riguarda i senatori, il sistema maggioritario è plurinominale e prevede l’assegnazione di 4 senatori a ciascuna provincia peninsulare, per un totale di 188 eletti, Invece alle province insulari vengono attribuiti 16 senatori, che sono variamente attribuiti. Infine, solo 2 senatori vengono assegnati per l’elezione nelle città autonome di Ceuta e Melilla.

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