Ultimi giorni per decidere, per partecipare alla scelta del nuovo Governo, per non lasciare ad altri il compito di stabilire anche per noi chi ci dovrà rappresentare. Ultimi giorni prima del voto, con una campagna elettorale frenetica, così compressa in tempi brevi e insoliti, e quindi più esasperata, e con i partiti che sembrano aver escluso dalle proprie agende programmatiche il settore turistico alberghiero, evidentemente ritenuto un asset autosufficiente.



Una distrazione pericolosa, a detta dei diretti interessati, che sottolineano giustamente l’apporto che alberghi e turismo generano per l’economia del Paese. “Gli anni della pandemia sono stati drammatici per il settore e la ripresa avviata solo pochi mesi fa non basta per affrontare le sfide dei prossimi mesi – dice Maria Carmela Colaiacovo, presidente di Confindustria Alberghi -. Ora è necessario scongiurare nuove chiusure e dare un nuovo slancio al settore. Dal prossimo Governo servono risposte a temi drammaticamente nuovi come la crisi energetica, ma anche a questioni di fondo che da troppo tempo attendono risposte ormai irrimandabili. Per questo abbiamo indirizzato a tutti i partiti un ulteriore richiamo per restituire centralità alle istanze di un settore che è primo in Europa con oltre 33.000 strutture, e già da solo genera lavoro per oltre 220.000 famiglie. Il settore alberghiero dà un contributo importante al Pil e al Paese. Uno sviluppo sostenibile e diffuso che coinvolge tutto il territorio, generando occupazione e valorizzazione dei nostri prodotti e della nostra cultura. Un’opportunità per la crescita economica e sociale dell’Italia, ma gli operatori oggi non possono essere lasciati soli ad affrontare le difficili sfide dei prossimi mesi. La realtà alberghiera italiana è prima in Europa con oltre 32 mila alberghi e circa 1,1 milioni di camere. In termini economici, parliamo di 22.375 imprese per oltre 21,1 miliardi di euro di fatturato e oltre 220.000 occupati. Il settore è centrale rispetto a quella economia del turismo che vale in Italia il 13% del Pil e il 14,7% dell’occupazione. Dopo due anni di fermo pressoché totale delle attività, le imprese alberghiere si trovano ad affrontare un nuovo drammatico tsunami che le sta investendo. La crisi dell’energia, in assenza di interventi forti e immediati, rischia di costringere alla chiusura moltissimi operatori”.



Il richiamo di Confindustria Alberghi ai partiti si articola in dieci temi, ritenuti i più urgenti. Eccoli.

– Il mantenimento del ministero del Turismo, con capacità di spesa e bilancio autonomo: significa garantire strategie e politiche di medio e lungo periodo per un settore volano produttivo ed occupazionale per il Paese.

– Sterilizzazione degli aumenti dei costi energetici. L’aumento esponenziale dell’energia ha raggiunto livelli insostenibili per imprese già provate da due anni di gravissima crisi. È necessario intervenire subito on aiuti adeguati per scongiurare il blocco delle attività.



– Aumento delle risorse del Pnrr dedicate ad alberghi e turismo. Il turismo genera il 13% del Pil, ma il Pnrr dedica al settore poco più dell’1% delle risorse complessive. È necessario potenziare queste risorse, anche attingendo a capitoli del piano destinati a rimanere disattesi.

– Sostegno a riqualificazione e transizione energetica. Mercato e crisi energetica impongono di accelerare gli interventi di riqualificazione anche ai fini della transizione ecologica. È necessario intervenire subito con semplificazioni amministrative e incentivi.

– Rimodulazione Imu per gli immobili alberghieri. I livelli di Imu raggiunti nella maggior parte dei comuni non sono più accettabili. È necessaria una sostanziale rimodulazione dell’imposta che tenga conto del fatto che l’immobile alberghiero è un bene strumentale.

– Rimodulazione della Tari. Analogamente è necessaria una profonda rimodulazione della Tari che grava in modo iniquo sugli alberghi, in quanto commisurata ai mq anziché ai volumi di rifiuti effettivamente prodotti.

– Valorizzazione dell’occupazione e della formazione nel settore. Con la crisi Covid il settore ha perso occupati e attrattività. Il rafforzamento del dialogo scuola impresa e la formazione sempre più dinamica e mirata, devono diventare i pilastri del rilancio.

– Riduzione del cuneo fiscale. Sempre e tanto più nella attuale fase economica, è necessario ridurre il cuneo fiscale nella sua componente contributiva in modo tale da aumentare il potere d’acquisto dei salari e ridurre il costo del lavoro.

– Tutela speciale delle concessioni balneari funzionali all’albergo. Nel ridisegno delle concessioni balneari è necessario prevedere specifiche tutele e valorizzazioni per tutte quelle casistiche in cui la concessione balneare è infungibile e funzionale all’investimento alberghiero.

– Trasparenza dell’offerta e contrasto all’abusivismo. Grandi piattaforme e nuove forme di accoglienza sono fenomeni importanti, ma cresciuti senza regole. È ormai indifferibile un intervento di riordino per garantire liceità e trasparenza dell’offerta.

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