Non più tardi di una settimana fa, un secondo tentato omicidio del candidato repubblicano Donald Trump ha sconvolto la campagna elettorale per le elezioni presidenziali USA, previste per il prossimo 5 novembre. L’attentatore era nascosto tra campi da golf del resort di Palm Beach di proprietà del tycoon, ed è stato intercettato da alcuni agenti del Secret Service che scortavano l’ex presidente mentre stava praticando il suo sport preferito. Dopo un breve conflitto a fuoco, l’attentatore, che era in possesso di un fucile AK-47 detenuto illegalmente, di caricatori e mirini di precisione, è fuggito in auto ed è stato successivamente intercettato dalla polizia.



In questi giorni i media e le autorità investigative stanno scandagliando il profilo del presunto attentatore, identificato in Ryan Wesley Routh, 58 anni, originario della North Carolina e residente alle Hawaii, profilo di un personaggio eclettico, che lo vede impegnato nella costruzione di case per famiglie bisognose da una parte e nel reclutamento di “combattenti” da inviare a sostegno delle forze ucraine dall’altra. Questi fatti riportano alla mente l’attentato del 13 luglio, rapidamente scomparso dai media, in cui Thomas Matthew Crooks, 20 anni, originario della Pennsylvania e ancora residente con i genitori, mancò per un soffio la testa dell’ex presidente mentre parlava durante un comizio, venendo successivamente neutralizzato dalle forze dell’ordine, non prima di aver ucciso uno spettatore. Fu allora che venne scattata la fotografia iconica dell’ex presidente che, con il volto insanguinato, alzava il pugno gridando “Fight, fight!”. Nei giorni successivi Trump invitò alla calma e all’unità e non usò l’attentato durante il dibattito con Kamala Harris.



Ad entrambi gli attentati sono seguite polemiche su come il Secret Service, agenzia federale che ha come primo compito il garantire la sicurezza del presidente, del vice, degli ex presidenti e dei candidati alla presidenza abbia gestito la sicurezza di Donald Trump. Nell’attentato di luglio rimane senza risposta come mai nessuno avesse anche solo tenuto d’occhio da lontano il tetto di un edificio che dava una perfetta visuale sul palco del comizio; nel caso di domenica scorsa come mai nessuno avesse bonificato il campo da golf sotto casa dell’ex presidente, prima che egli uscisse per giocare con alcuni amici. Alcuni esponenti delle forze di polizia intervenute hanno poi dichiarato che temono il coinvolgimento di una talpa, o comunque di qualcuno che avesse dato a Routh informazioni su dove si sarebbe trovato Trump quel giorno e cosa avrebbe fatto.



La reazione dell’ex presidente questa volta è stata dura: “He believed the rhetoric of Biden and Harris, and he acted on it”, la retorica usata da Biden, da Harris e dai democratici ha causato questi attentati, “io sarò quello che salverà questo Paese, loro sono quelli che lo stanno distruggendo, sia dall’interno che dall’esterno” ha dichiarato il tycoon in un’intervista a Fox News. Secondo Trump, il fatto che Kamala Harris lo abbia definito una minaccia alla democrazia ha causato e può causare ulteriori minacce alla sua sicurezza. Sulla stessa riga il candidato vicepresidente Vance, che ha dichiarato “la grande differenza tra conservatori e liberal è che negli ultimi due mesi nessuno ha mai tentato di assassinare Kamala Harris … questo dimostra che la sinistra deve abbassare i toni e moderare la retorica”.

La candidata democratica ha condannato pubblicamente l’attentato e fatto una telefonata di cortesia all’avversario, ma quando, durante una rara intervista alla National Association of Black Journalists (non solo i repubblicani, ma molti giornalisti criticano la tendenza della candidata dem ad evitare interviste salvo quelle con la stampa “amica” e basate su domande concordate) le è stato chiesto se si sentisse protetta ha subito risposto di sì, sviando poi l’argomento e sottolineando come lei si sente sicura grazie all’importante protezione governativa, ma le altre comunità vulnerabili, quali i membri la comunità LGBTQ e le donne che hanno perso i propri diritti riproduttivi non possono dire lo stesso. Bel modo di sviare il discorso, commentano i repubblicani.

La candidata democratica, nel frattempo, ha incassato l’appoggio di un gruppo di 111 ex funzionari pubblici e politici repubblicani, tra cui ex direttori di CIA e FBI, che hanno lavorato nelle amministrazioni Bush ma anche nella precedente amministrazione Trump, e che definiscono l’ex presidente “unfit to serve again”. Il gruppo si va ad unire alla potente famiglia Cheney: il vecchio Dick, vicepresidente sotto Bush Junior e la cui carriera ha ispirato un film, Vice, ha annunciato il proprio endorsement per Kamala Harris assieme a quello della figlia Liz, deputata repubblicana fino al 2023.

L’ex vicepresidente di Trump, il repubblicano Mike Pence, ha confermato che non sosterrà alcun candidato, unendosi così alle dichiarazioni di George Bush e della sua potente famiglia. Queste dichiarazioni, di indubbio vantaggio per la deputata democratica, segnano che la frattura tra Donald Trump e la governance storica del partito repubblicano è tutto fuorché sanata e che sbaglia di grosso chi vede nel tycoon un paladino del conservatorismo teocon e dell’esportazione armata della democrazia. Non sembra però che, ad oggi, il mancato sostegno a Trump da parte di influenti esponenti repubblicani abbia impatti significativi sulla base elettorale, forse solo sui finanziamenti di qualche donatore repubblicano storico, ampiamente rimpiazzato da Trump e da Vance grazie ai loro contatti nel mondo del venture capitalism e della tecnologia.

Tuttavia, in una corsa che i sondaggi segnano come la più combattuta degli ultimi 20 anni, anche piccoli spostamenti di voti negli Stati in bilico possono avere effetti molto significativi sul risultato finale. Gli endorsements di esponenti dello spettacolo, come di Taylor Swift per la Harris, o i mancati endorsements, come quello del Teamsters, il potente sindacato degli autotrasportatori, che tradizionalmente appoggia i leader democratici ma che in questo caso ha annunciato di non appoggiare nessuno, possono avere un peso importantissimo.

In un mese e mezzo, tutto può ancora succedere.

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