Kamala Harris ha rispettato i tempi da lei stabiliti per la scelta del suo candidato alla vicepresidenza, ma ha disatteso al contempo le previsioni dei commentatori. La scelta di Tim Walz è stata in effetti una sorpresa, una nomina, per dirla all’inglese, “out of the blue”, imprevista. D’altra parte, il blu è il colore che contraddistingue i Democratici, verso il rosso dei Repubblicani.



Tim Walz presenta un profilo biografico abbastanza interessante: insegnante, allenatore sportivo, molti anni nella Guardia nazionale come volontario, dodici anni deputato nella Camera dei Rappresentanti per poi diventare nel 2019 Governatore del Minnesota. Un buon curriculum, ma non tale da portarlo alla ribalta, ed infatti il suo nome non era di certo preminente nella lista dei papabili.



Per la verità, negli ultimi tempi era diventato famoso tra i sostenitori del partito democratico per avere definito “weird” Donald Trump e il suo candidato vicepresidente James David Vance. Il termine significa “strano”, ma tenendo conto del contesto in cui è stato utilizzato, “strambo” sembrerebbe più consono. Condivisibile, probabilmente, anche da una parte di chi non è contrario a Trump, visto che The Donald sembra spesso lasciarsi andare ad esternazioni non del tutto nella norma.

I primi commenti oltre Atlantico si sono focalizzati sulle motivazioni alla base di questa scelta e le possibili conseguenze sulla corsa presidenziale. Altri nomi nella lista dei commentatori sembravano essere più adatti a rafforzare la candidatura di Kamala Harris, ma forse è stato proprio questo uno dei motivi della scelta: dimostrare di non aver bisogno di supporti forti, o considerati tali. Harris ha quindi scelto una persona con cui si trova in consonanza e di cui condivide ampiamente le scelte politiche fatte come governatore.



In un lungo post su Instagram ha infatti segnalato di essere rimasta particolarmente colpita dall’impegno di Walz nella sua famiglia ed è interessante in particolare una frase: “Dough e io non vediamo l’ora di lavorare con lui e Gwen per costruire un’Amministrazione che rifletta i valori da noi condivisi”. Dough è il marito della Harris e Gwen la moglie di Walz. Una dichiarazione che pone la famiglia in primo piano, anche se i valori condivisi comprendono un ampio riconoscimento del “diritto” di aborto e una posizione progressista nei confronti della questione gender.

Infatti, il duo viene da molti considerato progressista, anche se altri osservatori tendono a giudicarlo di sinistra sì, ma moderata; caratteristiche che verranno maggiormente approfondite nel proseguo della campagna elettorale. Per il momento si può tuttavia ipotizzare un’impostazione più attenta al sociale, o se si vuole più di “sinistra”, rispetto al cattolico Biden. Il quale ha definito Walz “una potente voce per i lavoratori e la grande classe media dell’America”, mentre Barack e Michelle Obama hanno dichiarato che “come la Vicepresidente Harris, il Governatore Walz crede che il governo debba lavorare per servire noi. Non solo alcuni di noi, ma tutti noi”.

La scelta di Walz sembra peraltro essere in linea con quella di Vance da parte di Trump: un’apertura a quella “America profonda” che non si sente rappresentata dagli establishment dei due partiti. Tuttavia, il tandem democratico rimane all’interno degli schemi tradizionali della sinistra, mentre Trump e Vance rappresentano qualcosa di dirompente anche per il partito repubblicano. Avendo peraltro, a quanto pare, dalla loro parte circa una metà di chi va a votare. Per inciso, sarà interessante vedere se queste “innovazioni” porteranno ad un aumento consistente del numero degli elettori effettivi. In fondo, sarebbe comunque un elemento di maggiore reale democrazia.

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