Nella giornata di ieri si sono delineati i risultati del Super Tuesday: il grande martedì in cui si disputano le primarie in 15 Stati americani e che ha definitivamente sancito i due sfidanti alle presidenziali di novembre. Sul fronte democratico i giochi erano già chiusi ancora prima che le primarie iniziassero, non si è infatti presentato nessun candidato con reale possibilità di contendere al presidente Biden la nomination per il secondo mandato, e lo stesso ha quindi dominato le elezioni, prendendo oltre l’80% in 13 Stati e perdendo solo le curiose elezioni delle isole Samoa. L’unico campanello d’allarme per il presidente arriva dal Minnesota, dove Joe Biden si è fermato al 70%, e ben il 19% dei votanti si è dichiarato “uncommitted” (non schierato): anche in Minnesota, come in Michigan, la comunità arabo-americana, nonché molti attivisti islamici e della sinistra radicale, hanno invitato a votare “uncommitted” per protestare contro il sostegno americano allo Stato di Israele. Non è chiaro se questa protesta possa proseguire e togliere a Joe Biden fette di elettorato importanti in alcuni Stati in bilico.
Sul fronte repubblicano i risultati hanno delineato una netta vittoria dell’ex presidente Trump ed il conseguente ritiro dell’unica sfidante rimasta Nikki Haley. L’ex presidente ha vinto con oltre il 70% dei voti in 9 Stati, e in altri 5 comunque con ampi margini. Ad Haley va l’onore di essere la prima donna repubblicana ad aver vinto le primarie in uno Stato (il Vermont) e di essersi comunque difesa bene in Stati importanti per le elezioni presidenziali come la Virginia.
Nell’annunciare il ritiro dalla campagna elettorale la Haley non ha esplicitamente dato il proprio endorsement a Trump, ma si è limitata ad augurarsi che l’ex presidente cerchi i voti degli elettori che l’hanno sostenuta, sottolineando che esiste un ampio blocco di elettori repubblicani che esprimono preoccupazioni dei confronti di Trump, e che compito del partito repubblicano deve essere quello di lavorare per l’unità anche tenendo conto di quegli elettori.
La caccia ai sostenitori di Haley, e quindi in generale ad un elettorato colto, moderato e benestante, che popola le suburbs delle grandi città americane, è quindi aperta: Joe Biden si è subito detto pronto ad accogliere tra le proprie file i sostenitori di Nikki Haley, sottolineando che “ci sono molte cose su cui non saremo d’accordo. Ma sulle questioni fondamentali come preservare la democrazia americana, difendere lo stato di diritto, trattarsi a vicenda con decenza, dignità e rispetto, preservare la Nato e resistere agli avversari dell’America, spero e credo che potremo trovare un terreno comune”.
Donald Trump da parte sua li ha invitati ad “unirsi al più grande movimento nella storia della nostra nazione” ma non è ancora chiara la strategia che utilizzerà, se avrà una strategia, per riconquistare il voto moderato, voto chiave in alcuni Stati in bilico: ad esempio in un sondaggio effettuato dalla CNN in North Carolina (uno degli Stati chiave delle presidenziali) l’81% degli elettori di Haley si è detto non disposto a sostenere Trump a novembre.
Entrambi i candidati sono ora al lavoro anche per ottenere gli ingenti finanziamenti necessari alle due enormi macchine della campagna elettorale, che a breve entrerà nel vivo. Sotto questo aspetto Biden è sicuramente un passo avanti: nella seconda metà del 2023 ha raccolto 168 milioni di dollari di finanziamenti, spendendone solo una parte e arrivando così nel cuore della campagna elettorale con ampie possibilità finanziarie. Meno florida la situazione della campagna elettorale di Trump, che ha raccolto solo 19 milioni nel quarto trimestre 2023 e che solo con il ritiro della Haley (che è potuta arrivare fino al Super Tuesday anche grazie agli importanti finanziamenti ricevuti da alcuni grossi donatori conservatori) potrà iniziare a raccogliere fondi in collaborazione con il partito repubblicano.
È probabilmente per questa necessità di ottenere finanziamenti che domenica il tycoon ha incontrato Elon Musk nel suo resort di Palm Beach in Florida. Il fondatore di Tesla si è sempre presentato come indipendente, ed in passato ha fatto donazioni sia a democratici che a repubblicani, ma ultimamente è molto attivo nel criticare pubblicamente le politiche democratiche e il presidente Biden, per cui non è escluso che possa guidare una cordata di nuovi finanziatori repubblicani.
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