Stiamo per entrare nel vivo delle Elezioni USA 2024 e mentre mancano pochissime ore alla chiusura dei seggi e all’inizio dei lunghissimi spogli che dureranno per tutta la notte l’ex presidente – e candidato Repubblicano – Donald Trump è tornato a parlare di brogli puntando il dito contro lo stato di Philadelphia che è tra quelli considerati in bilico e che si riveleranno decisivi per la scelta del prossimo inquilino della Casa Bianca.



L’attacco da parte di Trump è arrivato poco prima delle 11 italiane sulla sua piattaforma social Truth con un post in cui si è limitato (senza portare alcun tipo di prova a favore della sua tesi) che qualcuno starebbe parlando di “brogli massicci a Philadelphia” arrivando addirittura a chiedere il rapido intervento “delle forze dell’ordine”: una posizione certamente non nuova per l’ex presidente che nel corso di tutta la campagna elettorale ha più volte accusato i Democratici di brogli e frodi, citando la stessa Philadelphia solamente lo scorso settembre. (agg di LD)



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Smentito il rischio brogli alle Elezioni USA 2024: la risposta della polizia di Philadelphia e dell’FBI

Alla tesi di Trump sugli ipotetici brogli alle Elezioni USA 2024 ha immediatamente risposto la polizia di Philadelphia che – interpellata dalla CNN – ha detto di non essere al corrente di alcun tipo di truffa, limitandosi a dire che allo stato attuale le procedure di voto starebbero procedendo senza alcun problema degno di nota; mentre da parte del tycoon o del sue entourage elettorale non è arrivata nessuna smentita ufficiale.



D’altra parte – lasciando da parte Trump – il rischio brogli era stato già smentito in mattinata dall’FBI che aveva puntato il dito contro due video fake diffusi sui social presumibilmente da una rete di disinformatori russi: in uno dei due si parlava di un presunto rischio attentati invitando gli elettori a non recarsi alle urne e a preferire il voto da casa, mente nel secondo conteneva un falso comunicato firmato dall’agenzia federale in cui si citava un piano per truccare i voti dei carcerati nei tre stati chiave della Pennsylvania, della Georgia e dall’Arizona.