Del voto oltre Atlantico i numeri non hanno ancora sancito l’esito centrale: il nome del presidente degli Stati Uniti nei prossimi quattro anni. Ma altri risultati sono già acquisiti: almeno in parte.

Il primo e più importante è la poco equivocabile reazione dello yuan sul mercato alla fine della lunga notte americana. La valuta cinese è crollata: chiaramente sulla prospettiva – poco attesa e poco gradita a Pechino – che Donald Trump possa governare a Washington four more years. Ma soprattutto sul rafforzamento di uno scenario già accreditato prima del voto: che lo stesso Joe Biden, in caso di vittoria, non avrebbe cambiato di molto l’atteggiamento di confrontation geopolitica e commerciale con il Dragone. Il candidato dem, anche in caso di successo, sarà la classica “anatra azzoppata”, dentro e fuori gli States?



Di certo escono lesionati in tutti i loro arti i sondaggisti che avevano predetto una Grande Ondata Blu a lavare l’America First di The Donald. L’affermazione registrata del presidente in carica in Texas, Florida e Ohio è invece un risultato elettorale in sé e un atto di quasi-condanna per i pollster anche se Biden alla fine entrerà alla Casa BiancaE mentre l’America anti-trumpiana continua nella sua fanatica “caccia alle streghe” contro troll russi assortiti, quando i grandi social censurano i post del presidente (e solo i suoi), appare invece sempre più lecito domandarsi quanto l’intera campagna elettorale sia stata mediaticamente manipolata attraverso rilevazioni sedicenti “indipendenti”.



Su un piano di merito politico-economico è stata smentita la rappresentazione di un’America definitivamente delusa dal suo presidente durante l’emergenza Covid. Che certamente ha pesato, anche se gli Stati più colpiti dalla pandemia (New York, California, Washington) avevano votato dem anche nel 2016. È invece l’America profonda che ha votato Trump anche dopo 200mila morti-Covid. E sembra averlo fatto per due ragioni forti: l’impatto dei bazooka “trilionari” sparati dalla Casa Bianca contro la brusca recessione pandemica (anche piegando un po’ il braccio alla Fed); ma soprattutto l’orientamento di fondo no-lockdown tenuto dalla Casa Bianca (per questo accusata di “negazionismo”) .



New York ha votato Biden e rieletto al Congresso Alexandria Ocasio-Cortez: la radical dem che ha ricacciato indietro i maxi-investimenti promessi da Amazon e che vuole continuare la battaglia neo-socialista di Bernie Sanders per tassare al 70% i maxi-redditi.

Ma come avranno votato i banker, i broker, gli avvocati d’affari di Wall Street? Molti ancora “a distanza”, nelle ville dei Caraibi o delle Hawaii. Tutti comunque generalmente soddisfatti del quadriennio targato Trump: la cui riforma principale è stata quella fiscale, nettamente pro-business. E poi la determinazione con cui la Casa Bianca ha sostenuto una politica monetaria iper-accomodante è stata fondamentale nel gonfiare Wall Street, principalmente il segmento tech. Il giorno in cui il Covid ha fatto la sua comparsa in Usa, Amazon era finita sotto i 1.800 dollari, oggi quota oltre 3mila. 

A proposito: la California-contenitore della Silicon Valley ha ridato i suoi 55 “grandi voti” a Biden. Il quale però – sulla carta – si è impegnato a rompere il multi-monopolio “Gaaf”. A Menlo Park, Cupertino, Mountain View il candidato dem ha stravinto: come nella Seattle di Amazon e MicrosoftMa è molto meno facile rispondere alla domanda: come hanno votato Facebook & C.?