La Corte suprema ha bocciato il ricorso presentato dallo Stato del Texas contro i presunti brogli nelle elezioni Usa 2020. Una notizia che rappresenta il colpo di grazia per il presidente uscente, Donald Trump, circa la sua volontà di riuscire a ribaltare l’esito della tornata elettorale in tribunale. Una decisione significativa quella della Corte Suprema, in quanto anche i giudici più conservatori del tribunale sbilanciato a destra (sei sono repubblicani e tre democratici), hanno deciso di non dare spazio al tentativo estremo del Texas, storica roccaforte del partito Repubblicano. Del resto, come fa notare anche Repubblica, il ricorso texano è apparso fin da subito illusorio, in quanto il sistema elettorale a stelle e strisce è regolato da ogni Stato, e la destra ha sempre difeso tale prerogativa costituzionale dei poteri locali. Di conseguenza la decisione della Corte Suprema non poteva che bocciare il ricorso presentato dai Rep. Il prossimo step si terrà lunedì, 14 dicembre, con il Collegio elettorale che certificherà i risultati dei 50 stati e di conseguenza proclamerà formalmente Joe Biden nuovo presidente Usa.



ELEZIONI USA, CORTE SUPREMA VS TEXAS: COME REAGIRA’ TRUMP?

Un ultimo importante passaggio prima dell’Inauguration Day, l’insediamento del nuovo commander in chief alla Casa Bianca, che si terrà il prossimo 20 gennaio. A questo punto sono in molti a domandarsi come reagirà Trump di fronte all’ultimo smacco subito, alla luce anche del fatto che ogni suo tentativo di dimostrare la presunta frode elettorale dei Democratici sia apparso fino ad oggi inconsistente e senza speranza. Come lascerà quindi la Casa Bianca? Per il tycoon a stelle e strisce la parola “loser”, perdente, non esiste, e di conseguenza non è da escludere un nuovo colpo di scena da qui al prossimo 20 gennaio, magari un già inizio di campagna elettorale in vista del 2024, quando secondo molti lo stesso Trump si ripresenterà per la corsa alla Casa Bianca. Così facendo potrebbe ripercorre di fatto quanto accaduto nel 2015, quando cavalcò la leggenda che l’allora presidente Barack Obama fosse nato in Africa e quindi non eleggibile.

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