ELEZIONI 2020. Il voto a stelle e strisce? Il più antidemocratico che ci sia. Proprio laddove la democrazia moderna è nata. “Perché – spiega il giornalista Mauro della Porta Raffo, presidente onorario dell’Associazione Italia-Usa, l’italiano più americano che si conosca, l’altra sera ospite quale onnisciente di storia statunitense dello speciale di Porta a Porta sulle elezioni d’oltreoceano – negli Usa come in Russia, in Italia (dove abbiamo un governo che parla di democrazia senza essere stato eletto) e ovunque, chi proclama ai quattro venti di essere un democratico, nei fatti non lo è”.
Uso e abuso del termine, insomma? La presa di posizione è di quelle forti e di primo acchito lascia perplessi. Vuoi vedere che abbiamo sbagliato tutto? Ma il Nostro mostra di saperne una più del diavolo e, dati alla mano, non dà tregua: “Siamo tutti in attesa del voto per posta, probabilmente l’unico modo attraverso il quale conoscere nelle prossime ore chi sarà il prossimo presidente americano. E tutti sanno che per posta, sebbene con modalità di voto e di scrutinio diversi quasi da Stato a Stato, si esprimono in larghissima maggioranza i democratici. Da sempre. Bene: sapete come si svolge tutto? Uno della casa ritira le schede per i componenti della famiglia, che nella comodità del salotto e lontani da sguardi indiscreti esprimono il loro voto. Possiamo sperare in coscienza che esso sia veramente libero e che qualcuno, diciamo il membro più influente della casa, non eserciti il proprio controllo sugli altri? Per non parlare di chi poi passa a ritirare le schede: sicuri sicuri che non possa manometterle e che esistano controlli efficaci in tal senso?”.
Però la quasi totalità dei sondaggi del Paese ha dato Biden vincente sin da principio, anche se in misura superiore a quanto accadrà, stante la situazione tesa sul filo di lana, se il candidato democratico si imporrà davvero… “Ecco, appunto: che dire dei martellanti sondaggi pre-elettorali? Semplice: che non contano nulla, sono pubblicità politica a quasi totale beneficio del partito democratico, il quale – a differenza del repubblicano – controlla la maggior parte degli istituti che dicono di svolgere indagini di mercato. Logico che i loro risultati premino sempre quella parte politica. Questi sono i fatti. Per questo affermo che i sondaggisti americani hanno una faccia tosta incredibile. Ma anche negli States, come nel resto del mondo, invece dei fatti vince la narrazione. Diciamo meglio: siamo un po’ tutti succubi della narrazione”.
Tutto questo per dire che Trump ha ragione quando minaccia il ricorso alla Corte Suprema di giustizia? “Anche, ma soprattutto per ribadire che la storia – cioè i fatti – è storia e se la paragoniamo all’oggi qualche sospetto viene. Mi spiego. Tra gli Stati certamente assegnati a Trump ci sono Florida e Ohio. Dal punto di vista storico, il secondo ha – diciamo così – sbagliato non votando per il vincitore una sola volta nel dopoguerra: nel 1960 si pronunciò infatti per Nixon, ma alla Casa Bianca andò Kennedy. Quanto al primo, dal 1920 nessuno tra i repubblicani vittoriosi ha poi mancato la presidenza. Ancora: la contea di Vigo, nell’Indiana, è un posto sicuro per capire chi entrerà alla Casa Bianca: dal 1838 solo due volte ha vinto chi poi è rimasto a casa. Certo, anche in politica la tradizione può essere cancellata, ma se ciò accadesse in tutti e tre i casi contemporaneamente sarebbe davvero incredibile. Quindi, stando così le cose, da questo punto di osservazione Trump vincerà di sicuro”.
Lo dicono, assicura Mauro della Porta Raffo, anche i sondaggisti filo-democratici che, dopo aver sbagliato alla grande quattro anni fa, dando nei giorni scorsi vincente Biden (e non per poco, ma con 8-10 punti percentuali di distacco) hanno toppato un’altra volta… Hanno o avrebbero?
(Riccardo Prando)