Poco dopo la mezzanotte italiana si sono chiuse ufficialmente le urne per le Elezioni Venezuela 2024, ma mentre in una buona parte del paese sono già iniziati gli scrutini, sono molti i seggi ancora aperti, letteralmente assediati dagli elettori. La sfida si gioca quasi completamente attorno al presidente uscente Nicolas Maduro e al leader dell’opposizione Edmundo González Urrutia; con il secondo dato come favorito, mentre si teme che il primo si opporrà ai risultati pur di conservare la sua posizione di potere.



Ciò che emerge a gran voce è che dal 2006 non si era mai vista un’affluenza elevata come quella delle elezioni, con il comando elettorale dell’opposizione che attorno alle 13 aveva stimato che circa il 42% degli elettori aveva già espresso la sua preferenza; mentre per ora non è ancora stato reso noto il dato definitivo. Nel frattempo, non si hanno neppure anticipazioni sui risultati (i cosiddetti exit poll) perché la legge elettorale venezuelana ne impedisce la pubblicazione, preferendo attendere i risultati definitivi o – quanto meno – le proiezioni una volta iniziati dli scrutini.



Proprio attorno agli exit poll si è tenuto un piccolo scontro tra governo (uscente) ed opposizione dopo che nel pomeriggio era stato fatto circolare un sondaggio che mostrava Maduro in testa con il 55% e Urrutia fermo al 35: dati pubblicati da una società considerata fittizia visto che aveva creato i profili social solamente poche settimane fa, proprio in occasione delle elezioni odierne. I risultati sono attesi attorno alle 2 di notte italiane (circa le 20 in Venezuela), ma si può anche ipotizzare che gli scrutini richiederanno più tempo delle attese, sia per l’enorme mole di schede digitali, sia per i ritardi nella chiusura dei seggi. (agg di LD)



MADURO PROMETTE: “ACCETERÒ IL RISULTATO DELLE ELEZIONI IN VENEZUELA”

Sta per volgere al termine – per ora senza grandissime problematiche – le elezioni del 2024 in Venezuela che nella tarda nottata di oggi renderanno chiaro chi sarà il presidente per i prossimi quattro anno: da un lato c’è l’irriducibile Nicolas Maduro, già titolare di due mandati consecutivi; dall’altra (senza contare gli altri 8 candidati dati ampiamente per sfavoriti) c’è Edmundo González Urrutia, considerato il favorito dai sondaggi, sempre che l’uscente chavista non deciderà di portare a termine il promesso “bagno di sangue” in caso di sconfitta.

Arrivato alle urne, dopo aver espresso il suo ovvio voto per le elezioni l’attuale presidente del Venezuela ha rilasciato una brevissima dichiarazione ai giornali, dicendosi del tutto pronto ad accettare la “parola sacra” degli elettori. “Nessuno porterà il Venezuela nel caos – ha ribadito Maduro -, per questo abbiamo un arbitro elettorale [e] io, mi impegno a rispettare l’arbitro elettorale e invito tutte le parti a rispettare l’organo di governo”. Per sapere i primi dati dalle urne dovremo attendere almeno fino alla mezzanotte italiana in cui si chiuderanno le urne e usciranno – ipoteticamente – i primi exit poll; mentre il risultato definitivo è atteso attorno alle 2 di notte. (agg di LD)

URNE APERTE PER LE ELEZIONI PRESIDENZIALI IN VENEZUELA: TENSIONI E ARRESTI PRIMA DEL VOTO

Lunghe code ben prima dell’apertura dei seggi per le Elezioni Presidenziali Venezuela 2024 fanno ben sperare per una decisa svolta liberale in uno dei feudi più ostili alla democrazia come il “regno chavista” di Nicolas Maduro: il leader socialista uscente cerca il terzo mandato consecutivo ma mai come questa volta i risultati sono in “bilico” in quanto il principale sfidante dell’opposizione, Edmundo González Urrutia, viene dato appena sopra nei sondaggi rispetto al Presidente.

Il problema è capire se il regime chavista, che pure ha gli occhi del mondo addosso, riuscirà nel tentativo di “silenziare” il voto non allineato al potere di Maduro come avvenuto già nelle due precedenti Elezioni Presidenziali in Venezuela: il controllo su parlamento, polizia, esercito e comitato elettorale – oltre che parte dei media – non permette di ipotizzare una serena conta delle schede dopo la chiusura delle urne alle ore 18 in Venezuela (la mezzanotte circa in Italia), specie perché i vari osservatori internazionali indipendenti invitati dalle opposizioni anti-Maduro per vigilare sull’andamento delle Elezioni 2024 sono stati tenuti fuori dal Paese in extremis.

Eppure per la prima volta da 25 anni a questa parte, il Venezuela “respira” un’aria di cambiamento per l’indebolimento generale di Maduro e la crescita di Urrutia come leader sostenuto da María Corina Machado, popolare protagonista dell’opposizione a cui il governo Maduro ha però impedito di candidarsi. «Hasta la victoria siempre», è la promessa continua del comunismo “mascherato” da socialismo sudamericano che fu di Chavez e oggi è di Maduro; con questo slogan il Presidente tenta di sconfiggere le previsioni e i sondaggi della vigilia che lo danno non oltre il 30% con Urrutia invece dato fra il 50 e addirittura il 70% (da canali sondaggisti indipendenti fuori dal Venezuela).

GLI SCENARI E I CANDIDATI PRESIDENTI: CHI PUÒ BATTERE IL PRESIDENTE CHAVISTA MADURO

«Sarà bagno di sangue in una guerra civile fratricida provocata dall’opposizione», ha detto sinistramente Maduro prima dei risultati delle Elezioni Venezuela 2024 che arriveranno in diretta a partire dalla notte italiana: un messaggio inquietante che certifica gli arresti, le persecuzioni e le violenze degli ultimi mesi terribili patiti nello Stato sudamericano, «Il 28 luglio 2024si deciderà il futuro del Venezuela per i prossimi 50 anni, tra un Venezuela di pace o di violenza. Pace o guerra», ha concluso Maduro.

La povertà e la fame dilaganti nelle aree più povere, la crisi del petrolio e l’incrinarsi delle alleanze storiche della sinistra sudamericana hanno posto il regime di Nicolas Maduro in forte bilico per la rielezione al terzo mandato. Sono in tutto 10 i candidati Presidenti ma è probabile che alla fine si resti al singolo ballottaggio tra il leader chavista e Urrutia: 74enne ex diplomatico e a capo di una coalizione di partiti d’opposizione (Piattaforma di Unità democratica-PUD), Edmundo González Urrutia grazie all’accordo con Machado punta a battere nelle urne il Governo uscente evitando quel “bagno di sangue” promesso da Maduro che non intende lasciare campo all’opposizione.

Oltre ai due “big”, le Elezioni Venezuela 2024 danno altri 8 candidati presidenti, con però minime possibilità di vincere, eccoli: – Enrique Márquez, Movimiento Centrados
Benjamín Rausseo, Confederazione nazionale democratica
Claudio Fermín
Antonio Ecarri, ‘Alleanza del Lapis
Daniel Ceballos, Arepa
Javier Bertucci, El Evangelio Cambio
Luis Eduardo Martínez, Azione Democratica
José Brito, Primero

I sondaggi rilanciati dai media filo-Maduro vedono il Presidente vincente con il 54% delle intenzioni di voto contro il 21% di Urrutia, scenari completamente ribaltati dalle analisi sul voto fuori dal Venezuela: Urrutia sarebbe forte di un consenso tra il 50 e il 60% mentre il Presidente uscente dopo 15 anni ininterrotti di potere (e regime) si fermerebbe tra il 10 e il 20%. Tensioni continue ancora in queste ore durante il voto e potenziale rischio della tenuta sociale in vista dei risultati: le Elezioni Venezuela 2024 si apprestano ad entrare nel vivo, ricordando di come secondo gli analisi Usa il Presidente Maduro potrebbe accettare di lasciare il Paese in caso di sconfitta solo con «un accordo negoziato con l’opposizione per ricevere protezione dalle accuse di crimini contro l’umanità dei tribunali internazionali», sottolinea il focus di SkyTg24.

La Chiesa cattolica Venezuela auspica per le Elezioni di oggi una piena «festa della democrazia», invitando tutti i cittadini a votare anche perché tali Elezioni Presidenziali 2024 sono «l‘unica opzione in cui il popolo venezuelano può esprimersi e relazionarsi con il governo Maduro e le circostanze in cui devono vivere».