Il trapper romano Elia17Baby, nome d’arte del 26enne Elia Di Genova, è stato condannato nella giornata di oggi a 10 anni di carcere per la rissa a cui prese parte nell’agosto del 2022. In quell’occasione pugnalò il 35enne sassarese Fabio Piu nel corso di un litigio, lasciandogli delle lesioni permanenti alla spina dorsale, costringendolo alla sedia a rotelle, sulla quale si è presentato a processo.



Il 14 agosto dello scorso anno, senza che fosse direttamente coinvolto nell’alterco generatosi sulla spiaggia di Marinella ad Olbia, Elia17Baby si avvicinò è ferì con un singola coltellata alla schiena Fabio Piu. I pubblici ministeri hanno ritenuto che Di Genova abbia colpito la vittima con modalità che avrebbero potuto causarne la morte, lasciandogli “menomazioni e conseguenti disabilità quali esiti inemendabili del danno midollare”. Aggiunta anche le aggravanti, contro Elia17Baby, della “minorata difesa” della vittima, che mentre veniva accoltellata rivolgeva la schiena al trapper romano, e dei “futili motivi“, dato che non era direttamente coinvolto nella rissa che ha portato all’aggressione.



I legali di Elia17Baby: “Faremo appello”

Elia17Baby, dal contro suo, in tutti questi mesi si è sempre professato innocente. Il pubblico ministero, contro il trapper romano, aveva chiesto una condanna a 6 anni di reclusione, ma a fronte dei futili motivi e della minorata difesa, il giudice l’ha condannato a 10 anni di reclusione. Dallo scorso agosto il 26enne ha trascorso alcuni mesi in carcere, per poi passare ai domiciliari il 17 maggio di quest’anno su istanza dei suoi avvocati per la buona condotta carceraria.

Pietro e Gian Maria Nicotera, che difendono il trapper Elia17Baby, dopo la lettura della sentenza da parte del giudice Claudio Cozzella, hanno promesso che “faremo appello. Il tentato omicidio”, hanno spiegato, “è stato riconosciuto nonostante le numerose contraddizioni dei testi”. Di contro, invece, l’avvocato di parte civile Jacopo Merlini, che difende il 35enne in sedia a rotelle Fabio Pià, ha detto che “la sentenza ha recepito tutto quello che dal punto di vista accusatorio avevamo espresso. Per il mio assistito”, pugnalato da Elia17Baby, “non è stato facile ripercorrere tutte le tappe del suo calvario che lo accompagnerà per tutta la vita”.