Sono entrambe morte le persone a bordo dell’elicottero privato caduto nel Tevere nella giornata di ieri. Dopo che per ore le ricerche non avevano dato esito positivo, questa mattina i sommozzatori sono riusciti a recuperare i due cadaveri: un 78enne ricco possedente della zona, ex pilota dell’Alitalia, e una donna di 70 anni, di cui però non è stata ancora resa nota l’identità. L’elicottero si era inabissato ieri pomeriggio nelle acque del Tevere fra le provincie di Roma e Rieti nei pressi della Riserva Naturale Tevere-Farfa (Comune di Nazzano). In base ad alcune testimonianze rilasciate, sembra che il velivolo si sia inabissato dopo aver urtato i cavi dell’alta tensione, di conseguenza lo stesso mezzo aereo pare stesse procedendo a volo radente, anche se la versione va ovviamente confermata dalle autorità.



ELICOTTERO CADUTO NEL TEVERE: LO SCORSO MAGGIO CADDE UN PICCOLO AEREO

Sul luogo, oltre ai vigili del fuoco e agli uomini della Protezione civile, si sono recati anche le forze dell’ordine, precisamente i carabinieri della stazione Torrita Tiberina e della Compagnia di Monterotondo, coordinati dal Tenente Colonnello Gianfranco Albanese, per ricostruire con esattezza l’accaduto, anche se al momento sembrerebbero esservi pochi dubbi sul fatto che si sia trattato di un incidente. I colleghi dell’agenzia Agi parlano comunque di mistero in quanto non è ben chiaro quale fosse la destinazione del volo ne tanto meno la sua origine. Il Tevere era già stato teatro di uno schianto lo scorso mese di maggio, quando un aereo di piccole dimensioni si era inabissato nelle acque causando la morte di un ragazzo di soli 23 anni, Daniele Papa, che stava prendendo lezioni di volo. In quell’occasione a provocare la caduta fu un guasto tecnico, come ha spiegato successivamente Vito Giannandrea a bordo dello stesso velivolo precitato, ma che fortunatamente si è salvato. Inizialmente si era pensato ad un errore umano, ma la versione del testimone ha di fatto sbugiardato quella precedente.

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