Elio di “Elio e le Storie Tese” è tra gli ospiti di Danza con me, lo show evento di Roberto Bolle trasmesso il 1 gennaio 2023 in prima serata su Rai1. Il cantautore, intervistato da Il Corriera della Sera, ha parlato del grandissimo successo dello spettacolo “Ci vuole orecchio. Elio canta e recita Enzo Jannacci” in cui porta sul palcoscenico una selezione di brani anche poco noti, inframmezzati da ricordi di Umberto Eco e Dario Fo, Francesco Piccolo, Marco Presta e Michele Serra. “Stiamo riscontrando un tale entusiasmo che, credo, andremo avanti almeno un altro anno con questo spettacolo” – ha detto Elio, all’anagrafe Stefano Belisario, frontman della band Le Storie Tese che tutti ricorderanno per le partecipazioni al Festival della Canzone Italiana di Sanremo.
L’artista è da sempre impegnato in prima linea per l’autismo, un tema molto delicato e che vive in prima persona visto che il figlio è autistico. “Siamo ancora all’anno zero. Anzi, sottozero, perché il servizio pubblico non si è ancora messo in moto per sostenere le 600 mila persone autistiche che ci sono in Italia: praticamente un partito politico” – ha detto parlando proprio della situazione sull’autismo in Italia.
Elio e lo spettacolo su Jannacci: “andrebbe collocato nel Pantheon dei grandi cantautori”
Elio ha deciso di portare in giro per l’Italia uno spettacolo dedicato al grandissimo Jannacci per omaggiarlo come merita. Parlando proprio del collega ed amico scomparso, il cantante ha fatto una riflessione molto profonda. “purtroppo in Italia chi fa ridere viene visto come un artista di serie B. Io sono invece convinto che Jannacci andrebbe collocato nel Pantheon dei grandi cantautori, accanto a Dalla e a De André. Questo è uno dei motivi per cui ho pensato di dedicargli uno spettacolo che, in verità, è soprattutto un atto di egoismo: cantare i suoi pezzi mi diverte; è una grande occasione di allegria per me e i cinque della band”.
Poi si è soffermato a parlare dei figli Dante e Ulisse, di cui uno è autistico: “già a un anno i segnali possono essere tanti. Il problema è che esistono poche figure specializzare in grado di intercettarli, per intervenire al più presto. Anche ora che Dante ha 12 anni, dobbiamo noi da casa guidare gli insegnanti di sostegno. Esiste una terapia comportamentale che aiuta ragazzi e ragazze autistici a essere inclusi e costruirsi le armi per vivere una vita autonoma e indipendente. Ma nelle scuole non ci sono le competenze. Non lo dico solo da genitore inviperito. Penso anche che stiamo lasciando indietro potenziali uomini e donne che domani potrebbero pagare le tasse, piuttosto che essere un costo”.