Elio: “PizzAut è un miracolo”, ecco perché
Elio, leader di Elio e le Storie Tese, è il papà di Dante, quasi tredicenne, autistico. Su Buone Notizie del Corriere della Sera, Elio racconta il suo incontro con il progetto PizzAut, la pizzeria inventata da Nico Acampora per promuovere il massimo dell’autonomia possibile in giovani con autismo. Come suo figlio Leo: “Mi sono innamorato di una idea. Che però, vivendo noi in uno Stato fermo all’anno zero riguardo all’autismo, è non solo un’idea ma un miracolo”, ha detto il cantante. PizzAut “tira fuori da ciascuno tutto quello che può dare. Il massimo dell’autonomia possibile per lui, appunto. In questo caso attraverso il lavoro”.
Stefano Belisari, in arte Elio, ha poi spiegato i motivi per cui si è innamorato del progetto di Acampora: “Dal giorno in cui ti viene comunicato il problema di tuo figlio, e già trovare chi finalmente lo diagnostica e te lo dice non è scontato, la vita tua e della tua famiglia entra in un ginepraio con difficoltà di ogni sorta a ogni passo. Una principale: la mancanza di aiuto”.
Elio e Nico Acampora: “Fornisce una terza possibilità”
L’aiuto lo devi andare a cercare attraverso una “foresta di insidie”. Poi quando il figlio diventa grande ti ritrovi davanti a un bivio: “O te lo tieni in casa, fin quando tu ci sei, mentre lui diventa un uomo e tu un vecchio. Oppure lo metti in un istituto”, ha spiegato Elio. Ma gli autistici sono spesso persone con una grandi potenzialità, “vanno solo tirate fuori”. Questo, per Elio, è il miracolo di PizzAut: “Fornisce una terza possibilità. Da PizzAut fanno le pizze, d’accordo? Che già vuol dire aver creato una impresa dove ragazzi con autismo imparano un mestiere, lavorano con sempre maggiore autonomia, chi al forno, chi ai tavoli. Assunti regolarmente. Da assistiti a contribuenti, come dice lui. Lo capite cose significa anche per la considerazione di sé?”. Fortunatamente la pizzeria di Nico Acompora non è un unicum, esistono altre realtà “tutte nate dall’idea di qualche papà o qualche mamma che a un certo punto hanno dovuto inventarsi una strada”. Dopo il successo della prima pizzeria aperta a Cassina de’ Pecchi, Nico Acampora si è inventato l’esperienza del foodtruck, poi una seconda pizzeria a Monza, poi la creazione di una “scuola” per diffondere il suo modello di impresa.