Elio, storico volto e voce de “Le Storie Tese”, è intervenuto sulle colonne del quotidiano “La Nazione”, parlando del suo “rapporto” con Enzo Jannacci. Un protagonista della scena musicale italiana che lui non ha mai conosciuto direttamente, ma che ha sempre sentito vicino a sé: “Ascolto Jannacci da quando sono nato, perché mio papà era suo compagno di classe al liceo e quindi in casa abbiamo sempre avuto i suoi dischi. La sua voce mi ha accompagnato per tutta la vita”.
Elio si è poi focalizzato sulla Milano cantata da Enzo Jannacci, che, a suo avviso, è la medesima dei giorni nostri: “Se ci si pensa, è esattamente quella dei secoli passati – ha affermato l’artista –. È stata un grande centro di attrazione di persone che l’hanno resa grande, ma che venivano da altre parti. Neanche Sant’Ambrogio è nato a Milano. Per questo, anche se personaggi e luoghi sono cambiati, girando in città ritrovi le stesse situazioni. È come quando leggi l’Odissea: non è che, siccome Ulisse è greco, quella storia parla solo della Grecia. Parla di noi. Per Jannacci vale lo stesso principio”.
ELIO (STORIE TESE): “OGGI ENZO JANNACCI FATICHEREBBE A EMERGERE”
Nel prosieguo della sua intervista sulle pagine de “La Nazione”, Elio ha asserito che, a suo avviso, l’industria musicale oggi “non esiste più. È esistita per qualche tempo, con la Rca, e quegli anni sono stati magici. Hanno partorito personaggi, cantautori e artisti che, in parte, ascoltiamo ancora ai giorni nostri. Ma, se adesso venisse fuori un talento come Jannacci, dovrebbe buttarsi nel girone infernale di internet o tentare di cantare a Sanremo. Penso che farebbe molta più fatica a emergere”.
Questo anche perché, ha concluso Elio, “la società attuale è molto meno aperta ad artisti trasgressivi come lui. C’è un conformismo che non mi sarei mai aspettato di trovare”.