L’arcivescovo di Potenza, Salvatore Ligorio, ha rotto il silenzio sul caso di Elisa Claps sostenendo, in una intervista rilasciata al Corriere della Sera, che “la Chiesa non ha colpe” e auspicando una riconciliazione con la famiglia della studentessa 16enne uccisa nel 1993 e trovata nel sottototetto della Santissima Trinità nel 2010. Il rinvenimento dei resti della ragazza, avvenuto 17 anni dopo la scomparsa, ha sollevato inquietanti interrogativi dei familiari oltre l’accertata responsabilità dell’assassino Danilo Restivo.
“La Chiesa potentina – ha dichiarato il fratello di Elisa, Gildo Claps – abbia il coraggio di raccontare la verità di quei 17 anni, degli anni precedenti al ritrovamento e, soprattutto, quello che è più grave, degli anni successivi al ritrovamento (…). C’è sempre stata una negazione granitica – ha aggiunto in merito alla contestata riapertura del luogo di culto – di qualsiasi responsabilità avuta nell’occcultamento e anche nei ritardi del ritrovamento. È inaccettabile il fatto che noi possiamo farci scivolare una richiesta di questo tipo. Siamo assolutamente contrari e lo ribadiamo ancora una volta. La riapertura della chiesa che ha accentuato le ferite che già erano profonde e che ci ha profondamente offesi (…). Io e la mia famiglia abbiamo fatto il possibile per restituire la verità, ci siamo riusciti in parte, adesso è giusto che ne resti memoria. Credo che vi sia stata una presa di coscienza da parte della città di Potenza, di persone che magari si sentono responsabili anche per il solo fatto di non essere stati partecipi e questa è una cosa che non avevo mai notato in questi anni“.
Elisa Claps, Chiesa Potenza rigetta accuse. Arcivescovo: “Presto un dossier”
L’arcivescovo Ligorio ha sottolineato l’estraneità della Chiesa alla vicenda di Elisa Claps e ha annunciato la pubblicazione di un dossier. Una decisione che, ha spiegato al Corriere, nasce dalla necessità di “aiutare la gente a capire”. “All’interno – ha aggiunto il prelato – ci saranno sentenze, documenti, allegati, per fare chiarezza sulle polemiche, dicerie e false notizie che si sono susseguite in questi anni“. La famiglia di Elisa Claps non ha mai smesso di lottare per la verità sulla scomparsa e l’omicidio della 16enne. Un caso che non si spegne con l’arresto e la condanna definitiva di Danilo Restivo, ritenuto l’assassino e destinato a 30 anni di reclusione che sconta in Inghilterra (dove è stato condannato anche per aver ucciso la vicina di casa inglese Heather Barnett).
Gildo Claps continua a chiedere, insieme ai parenti della vittima, che si faccia piena luce sul delitto di Elisa Claps e sui tantissimi misteri che gravitano intorno all’occultamento dei resti durato quasi 20 anni. Impossibile, secondo i familiari della 16enne, che Restivo abbia fatto tutto da solo e che nessuno sapesse del cadavere nascosto sottotetto della chiesa della Santissima Trinità di Potenza. “Siamo stati sempre disponibili alla collaborazione – ha replicato l’arcivescovo – e i nostri sforzi sono stati sempre orientati nella ricerca della verità. Alcuni sacerdoti, addirittura, si sono messi in prima linea a collaborare con la famiglia. Non siamo stati dietro le quinte, ma protagonisti impegnati nel percorso di giustizia (…) Loro vogliono le nostre scuse e ci chiedono di assumerci le responsabilità antecedente il fatto e dopo il fatto. Che ci sia stata un po’ di confusione, una poco approfondita analisi sul fatto, questo sì, ma pensare che siamo complici per quello che è accaduto, mi sembra ingeneroso“. Il prelato difende la decisione di riaprire quel luogo al culto: “Era un momento atteso da tanti fedeli. Ne ho parlato con il Papa concordando sul fatto di non svolgere riti festosi. Di questa decisione la famiglia Claps era al corrente. Ad un certo punto, però, tutto è stato ritrattato senza nemmeno che ne fossi informato“.