IRA DELLA FAMIGLIA DI ELISA CLAPS PER LA RIAPERTURA DELLA CHIESA DI POTENZA DOVE VENNE TROVATO IL CADAVERE

Ha riaperto ufficialmente i battenti oggi la Chiesa della SS. Trinità a Potenza, per decisione dell’Arcidiocesi dopo il confronto con Papa Francesco: se però la cittadinanza ha salutato con favore la riapertura degli ambienti rimasti chiusi ai fedeli fin da quel tragico 17 marzo 2010 – quando la giovane Elisa Claps venne trovata cadavere nel sottotetto – non si può dire lo stesso della famiglia della 16enne scomparsa il 12 settembre 1993 e ritrovata morta 17 anni dopo proprio nella Chiesa di Potenza.



«Hanno agito furtivamente, come ladri: non sono sorpreso perché sono stati ladri di verità per trent’anni», denuncia Gildo Claps, il fratello della giovanissima triste protagonista di uno dei casi di cronaca nera più misteriosi degli ultimi decenni. Per lo stesso amato fratello di Elisa, l’augurio è che la comunità di Potenza «risponda con il coraggio di non entrare in quella chiesa». La famiglia Claps attende infatti ancora oggi la verità in merito all’eventualità di complici dell’assassino di Elisa Claps, Danilo Restivo (oggi in carcere in Inghilterra dove sta scontando un’altra condanna a 30 anni di carcere per l’omicidio di sarta inglese, Heather Barnett): una lunghissima indagine ricca di depistaggi, errori e incertezze. Fin dal 2010, il ritrovamento venne giudicato dai familiari della vittima una messa in scena, ritenendo che fosse avvenuto ben prima e che fosse stato tenuto nascosto dal parroco della chiesa, don Domenico “Mimì” Sabia: la madre di Elisa Claps dichiarò di sospettare del religioso, poi morto nel 2008, perché non le avrebbe mai permesso di ispezionare i locali della chiesa.



LA LETTERA DEL PAPA E L’IMPEGNO DELLA CHIESA: IL CASO ELISA CLAPS PERÒ RIEMERGE

«Inizialmente, per un congruo tempo rimarrà aperta ogni giorno dalle 8.30 alle 12 e dalle 17 alle 20»: così la Diocesi di Potenza rende nota l’apertura dei locali della Chiesa della Ss. Trinità, 13 anni dopo il ritrovamento del cadavere di Elisa Claps. La chiesa, così come concordato con Papa Francesco, «sarà un luogo di preghiera silenziosa, l’Adorazione, la ricerca del conforto interiori e spirituale, e per la promozione di una serena riflessione sulla sacralità della vita». La scelta è fatta per avvisare un cammino di riconciliazione e guarigione per la comunità di Potenza, «segnata da una ferita indelebile».



Una lettera venne mandata nel luglio 2023 da Papa Francesco all’arcivescovo Mons. Salvatore Ligorio dove si rendeva noto il giudizio del Santo Padre in merito al caso terribile di Elisa: «Vorrei esprimerLe la mia gratitudine per quanto mi ha confidato circa la tragica vicenda della giovane Elisa Claps, che ha segnato con una ferita indelebile la storia della città. Al riguardo, la Comunità diocesana è chiamata a offrire la sua vicinanza ai familiari della ragazza, offrendo loro una presenza tenera e discreta, un ascolto amorevole e un dialogo attento, cosicché il comune impegno nel sostenere la prova e la preghiera fiduciosa possano favorire cammini di riconciliazione e di guarigione. In questo spirito, è importante che la Chiesa della SS. Trinità, avendo cura di custodire la memoria di Elisa ed evitando celebrazioni liturgiche di carattere festoso, diventi un luogo per la preghiera silenziosa, l’Adorazione, la ricerca del conforto interiore e spirituale, e per la promozione di una serena riflessione sulla sacralità della vita». Una lettera venne spedita poi da Papa Francesco alla mamma di Elisa, Filomena Iemma, dove esprimeva la profonda vicinanza nella preghiera al dramma vissuto da quella famiglia: «Siamo grati al Santo Padre perché continua a manifestarci vicinanza e affetto e accogliamo la sua lettera con riconoscenza», aveva risposto così all’epoca la mamma ringraziando il Santo Padre per la vicinanza.