Il fratello, Gildo, e la madre, Filomena, di Elisa Claps sono intervenuti nel corso della trasmissione Chi l’ha visto su Rai 3 per parlare, ancora una volta, del terribile caso che portò alla morte della 16enne. A distanza di 30 anni, infatti, la Curia ha deciso di riaprire la Chiesta della Santissima Trinità di Potenza, in cui venne trovato il corpo della ragazza, nascosto da Danilo Restivo nel sottotetto, ritenuto colpevole della morte della ragazza.



“Sono stati ladri di verità per tutti questi anni”, ha detto il fratello di Elisa Claps commentando la riapertura della chiesa, “avevamo chiesto che prima di riaprirla ci fosse un’ammissione di responsabilità per i silenzi e le omissioni prima del ritrovamento e per tutto quello che c’è stato dopo il ritrovamento”, ma non è mai successo. Per lui, però, “quella chiesa è una tomba e le tombe devono restare chiuse“.  Intervenuta dopo il figlio, la madre di Elisa Claps, Filomena, sostiene che “chiunque entrerà in quella chiesa avrà la mia benedizione, ma gli chiedo, anziché di guardare in alto, dove Elisa è rimasta per 17 anni in un luogo sporco e scuro, di guardare a terra, dove mettono i piedi, perché la dentro c’è il sangue innocente di una ragazza di 16 anni. Quello è un museo degli orrori“. (Agg di Lorenzo Drigo)



Elisa Claps: riaperta la chiesa dove venne trovato il suo cadavere

La madre di Elisa Claps, Filomena, interviene a Chi l’ha visto? nella puntata del 13 settembre per parlare della vicenda alla luce della recente riapertura della Chiesa della Santissima Trinità di Potenza nel cui sottotetto, nel 2010, i resti della giovane furono ritrovati a 17 anni dal delitto. Sono trascorsi 13 anni da quel terribile momento e la famiglia si era sempre opposta alla riapertura del luogo di culto che fu la tomba segreta della ragazza fino alla macabra scoperta fatta per caso durante alcuni lavori di ristrutturazione.



Poche ore fa, nel cuore della città, si è tenuto un corteo in ricordo di Elisa Claps concluso proprio davanti alla Chiesa con un appello del fratello della 16enne uccisa, Gildo Claps: nessuno entri in quel posto “come segno di solidarietà alla famiglia“. I resti di Elisa Claps, scomparsa il 12 settembre 1993, furono trovati il 17 marzo 2010 e per l’omicidio è stato condannato Danilo Restivo, destinatario di una pena a 30 anni di reclusione in via definitiva e attualmente detenuto in Inghilterra – dove a lungo avrebbe vissuto all’ombra della giustizia – anche per l’uccisione di un’altra donna, Heather Barnett.

La rabbia del fratello di Elisa Claps: “L’omicidio poteva risolversi entro 48 ore”

Ancora oggi, ribadisce ai microfoni di Adnkronos il fratello di Elisa Claps, Gildo, “una parte di verità è rimasta sepolta“. A 30 anni dalla scomparsa della studentessa 16enne, la famiglia la ricorda con lo stesso dolore e con una rinnovata dose di interrogativi finora insoluti. “L’omicido di mia sorella poteva risolversi in 48 ore. Ci sono state delle componenti che hanno pesato e ci sono dei passaggi dal punto di vista investigativo e giudiziario che hanno condizionato la risoluzione di questa storia. Primo fra tutti il mandato di perquisizione nei confronti di Restivo, fin da subito sospettato di aver ucciso mia sorella, che l’allora pm non ha mai firmato (…). Il magistrato competente era lei e ha protetto Restivo. Ma questa è solo una delle cose che ha pregiudicato in maniera irrimediabile le indagini. Tra il 1996 e 1997 ci sono stati moltissimi operai che hanno fatto i lavori nella chiesa della Santissima Trinità, com’è possibile che nessuno abbia notato il corpo di Elisa? Come è possibile che il cadavere di mia sorella sia rimasto in una chiesa per 17 anni?“.

Intorno al caso di Elisa Claps, negli anni precedenti al ritrovamento dei resti si sarebbero addensati diversi depistaggi. “Ho sentito persone mettere in giro voci secondo le quali Elisa fosse scappata perché rimasta incinta – ha sottolineato il fratello –, perché voleva nascondere un segreto. Tutto questo è stato un ulteriore calvario, un ulteriore dolore. Per non parlare poi delle circostanze in cui è avvenuto il ritrovamento del corpo, che non possono essere casuali“. E sulla riapertura della Santissima Trinità, Gildo Claps ha una posizione fortemente critica come il resto della famiglia: “In pieno agosto, in una città semideserta perché si vergognano anche loro della riapertura, avvenuta così, nel silenzio generale. Noi avevamo solo chiesto di ammettere le responsabilità che c’erano state negli anni, chiedere scusa alla famiglia, non sono riusciti nemmeno a fare questo passo, sono stati arroganti e hanno riaperto quella chiesa scatenando una spaccatura profonda nella città (…)“.