Si chiude – dopo 31 anni esatti – il cerchio che si è aperto nel 1993 con la morte dell’allora 16enne Elisa Claps scomparsa misteriosamente da Potenza senza lasciare alcuna traccia e ritrovata 17 anni più tardi mummificata in un piccolo scompartimento murato della chiesa della Santissima Trinità nel centro storico del capoluogo della Basilicata: un caso che si era già chiuso al tempo con l’arresto – e la condanna in via definitiva – di Danilo Restivo che in quel 12 di settembre attirò ed uccise la ragazza per ragioni mai veramente chiarite, ma collegate ad un delitto passionale.



Dicevamo che 31 anni dopo – esattamente tra due giorni – si chiuderà il cerchio di Elisa Claps perché proprio in questi giorni è stato dato l’annuncio della realizzazione di quello che era il suo più grande sogno: “Voleva laurearsi in medicina – ha raccontato il fratello Gildo al Corriere della Sera – e andare a lavorare in Africa” e “grazie alle Ong” e ad un supporto incredibile da parte dei connazionali finalmente potrà tagliare il nastro dell’inaugurazione di “un ambulatorio” intitolato alla sorella a Goma, in Congo.



Il fratello di Elisa Claps: “Ancora oggi mi capita spesso di immaginarmela davanti”

Dopo il felicissimo annuncio dell’ambulatorio Elisa Claps, il fratello Gildo ci tiene anche a dirsi commosso per il successo ottenuto dalla serie “Per Elisa – il caso Claps” – andata in onda sulla Rai ed ora anche pubblicata su Nertflix – che ricollega al fatto che l’omicidio “è una storia che è entrata nel profondo della coscienza collettiva” e che “il prodotto realizzato era di grande qualità con attori [che] si sono sentiti partecipi della vicenda da avere quasi una sorta di transfer”.



Mentre tornando con la mente ad Elisa Claps confessa anche che “tante volte” durante la giornata gli capita “quando vedo una donna della sua età, oppure una ragazza di 16 anni” di immaginarsi di avere ancora la sorella davanti e dopo il “terribile” dolore che ha causato all’intera famiglia scontrarsi – durante le indagini – sempre contro “qualcuno che allontanava la verità“; è bello vedere la “grande solidarietà” dimostrata dall’intera comunità, specialmente “nei confronti di mamma”.

E soffermandosi ancora brevemente sul caso Elisa Claps, Gildo tende anche a rigettare l’idea che il caso giudiziario possa considerarsi ancora anche solo vagamente aperto – tanto che dal conto suo definisce “impossibile” avanzare tesi innocentiste verso Danilo Restivo -, sottolineando che comunque l’unica cosa che gli interessa è che “venga restituita la verità storica della vicenda con tutte le complicità, le coperture e le omissioni“.