Dietro l’omicidio di Elisa Pomarelli, giovane 28enne della provincia di Piacenza, si nascondano ancora troppe ombre. Massimo Sebastiani, l’amico reo confesso, ha davvero raccontato tutta la verità? Su questo e molti altri quesiti torna a fare chiarezza la trasmissione Quarto Grado che anche stasera riaccende i riflettori sul complesso caso di nera ancora ricco di aspetti misteriosi. L’omicidio è avvenuto lo scorso 25 agosto, giorno della scomparsa di Elisa e dello stesso Massimo, catturato poi 13 giorni dopo l’inizio della sua fuga. E’ stato lui, al termine della confessione choc, a condurre gli inquirenti sul luogo di ritrovamento del cadavere dell’amica. Nei giorni scorsi, l’assassino reo confesso ha reso una serie di dettagli al cospetto del gip Luca Milani e del pm Ornella Chicca, ripercorrendo le tappe salienti della sua relazione con la giovane 28enne uccisa nel pollaio della sua abitazione. “Dopo un anno e mezzo che ci frequentavamo ricordo che durante una passeggiata alla Pietra Parcellara mi ha rivelato delle preferenze per le donne, dunque non ero io il problema per lei, ma mi ha assicurato che se avesse cambiato idea, sarei stato l’uomo con cui si sarebbe messa…”, ha rivelato.



OMICIDIO ELISA POMARELLI: LA BUSTA MISTERIOSA

Massimo Sebastiani, nel corso dell’interrogatorio, ha quindi ammesso di essere stato a conoscenza del fatto che ad Elisa Pomarelli piacessero le donne. “Io avevo deciso di aspettarla. Nell’ultimo periodo avevo iniziato a frequentare altre donne ma con nessuna mi sentivo come con lei”, ha ammesso. L’uomo ha ammesso di aver sempre avuto un debole per lei, anche per via delle passioni che condividevano. “Ci vedevamo il martedì, il giovedì e nel fine settimana, spesso uscivamo a pranzo o a cena perché a lei non piaceva cucinare. Dopo le primissime volte in casa mia non è più entrata”, ha proseguito il 45enne. E proprio nel corso del suo racconto entra un dettaglio sul quale ancora gli inquirenti non sono riusciti a fare luce, relativo ad una misteriosa busta in possesso di Elisa Pomarelli. Dopo aver pranzato insieme lo scorso 25 agosto, la coppia si diresse verso casa dell’uomo per svolgere alcuni lavoretti.  “Nel tragitto in auto lei mi ha parlato di una proposta che le era stata fatta la sera prima ad una festa a Sarmato, ovvero quella di custodire una busta in cambio di una somma di denaro. Al momento non ho detto niente, ci siamo diretti verso il pollaio dove è entrata prima lei”, ha spiegato Sebastiani. A suo dire, proprio grazie all’attività di occultamento della misteriosa busta avrebbero guadagnato molti soldi. Eppure di quella busta non ci sarebbe ad oggi alcun riscontro.



NESSUNA PREMEDITAZIONE

Dopo avergli rivelato dell’esistenza della presunta busta, Elisa Pomarelli avrebbe detto a Massimo Sebastiani “che forse non c’era più bisogno di vederci così spesso”. A quel punto Sebastiani avrebbe perso il controllo di sé: “Ho capito in un secondo che lei mi aveva solo preso in giro e che adesso che aveva trovato il modo per guadagnare dei soldi non le servivo più”, ha riferito, quindi “l’ho afferrata con entrambe le mani per il collo e ho sentito cadere un’asse del pollaio, probabilmente perché la sua testa ha sbattuto contro una delle pareti”. Solo una volta a terra ha compreso che Elisa era morta. Sconvolto, avrebbe quindi messo il corpo della ragazza in auto e nel tragitto verso il bosco gettato il cellulare, fino ad oggi non ancora ritrovato. Sebastiani, dunque, avrebbe agito in preda alla rabbia, senza premeditazione contro l’amica. “L’uomo, che aveva già manifestato ad alcuni conoscenti, la sua delusione per non poter avere una relazione sentimentale con la vittima, avrebbe concretizzato il proposito di ucciderla al culmine di una discussione”, si legge negli atti. Eppure ancora alcune cose del suo racconto non quadrano, a partire dalla misteriosa busta.

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