È necessaria prudenza altrimenti sarà impossibile scongiurare una nuova chiusura totale: è netta la virologa Elisa Vicenzi. Intervenuta ai microfoni de La Stampa, il direttore dell’Unità Patogenesi virale e biosicurezza del San Raffaele di Milano ha spiegato che questa seconda ondata è preoccupante esattamente come la prima, ma in questo caso abbiamo imparato a gestire meglio i pazienti. E questo ritorno di fiamma del coronavirus poteva essere evitato, anche se purtroppo non si è compreso cosa stava accadendo: «Semplicemente abbiamo goduto di un lockdown lungo e dell’estate all’aperto. Non si è capito neppure che il punto fondamentale è la superdiffusione, non tanto l’Rt, perché in realtà ci sono persone che infettano più di altre e questo accade in contesti particolari. Delle regole precise sugli assembramenti avrebbero portato a una seconda ondata minore. Anche le cene numerose in casa o fuori andavano evitate».
ELISA VICENZI: “SCUOLA? C’É MOLTO DIBATTITO”
Elisa Vicenzi ha spiegato a La Stampa che possono esserci delle alternative al lockdown totale, l’importante è eliminare le occasioni di superdiffusione: il coprifuoco alle ore 18.00 potrebbe servire per salvare la scuola e il lavoro, ma è necessario dire stop a cene e feste in casa. Sull’educazione, l’esperta ha evidenziato: «C’è molto dibattito a riguardo, ma più che le lezioni sembrano un problema gli assembramenti prima e dopo. C’è una correlazione tra i decibel della voce e le goccioline emesse. In questo senso, sarebbe importante testare in particolare i docenti. Bisogna investire su questo se si vuole evitare la chiusura». Una battuta sui possibili limiti di spostamento per gli Over 70: «Ma cosa vuol dire? Che gli altri possono assembrarsi? Se è così, non sono d’accordo. Se invece fosse in aggiunta alle misure attuali potrebbe avere senso. L’idea che c’è dietro è quella di arrivare all’immunità di gregge tramite il contagio poco grave dei giovani, ma in Italia molti ragazzi vivono con i genitori e con i nonni per cui temo sia un’utopia».