CHI È ELISABETTA CANITANO, OGGI A “LE RAGAZZE”

Tra “Le ragazze” protagoniste della nuova puntata del programma di Francesca Fialdini su Rai 3 c’è Elisabetta Canitano, una ginecologa in pensione che ha dedicato la sua carriera al servizio pubblico nell’ambito della legge 194 sull’aborto, infatti è un’attivista femminista che ha dedicato la sua vita alla difesa della salute delle donne. Ha fondato la onlus Vita di Donna, di cui è presidente, per offrire sostegno medico gratuito, ha lavorato nei consultori per oltre quattro decenni, aiutando migliaia di donne.



Di recente è intervenuta per rispondere alle parole di Papa Francesco sull’aborto: il pontefice aveva definito “sicari” i medici che lo praticano. Una definizione che non è piaciuta a Elisabetta Canitano: «Sono un medico, non un sicario». In un’intervista a Leggo ha spiegato di credere nella libertà di scelta delle donne e nel loro diritto ad essere curate: «La donna ha il diritto di prevalere sulla gravidanza che porta avanti».



Si può discutere sul numero delle settimane, ma non sul principio. La ginecologa ricorda che è anche una questione di sicurezza, perché quando le regole sono restrittive aumentano le pratiche nascoste e illegali, che sono rischiose dal punto di vista sanitario.

ELISABETTA CANITANO, CHI È LA GINECOLOGA AL FIANCO DELLE DONNE

La scelta di diventare medico della 194 per Elisabetta Canitano fu anche politica: all’epoca aveva 26 anni e la legge era agli albori, quindi andava difesa. Inoltre, aveva maturato una passione civile negli anni del liceo, quelli in cui il femminismo è entrato a far parte della sua vita, diventandone una ragione. Dopo la specializzazione in ginecologia, le sembrò naturale scendere in campo per aiutare le donne. Dedicare la sua vita professionale alla difesa della legge 194 però non è stato affatto facile, ma essendosi occupata di ginecologia in generale, ha scongiurato il rischio di burnout.



L’hanno anche definita una “assassina”, ma ha tirato dritto. Infatti, ha fondato la onlus Vita di Donna nella convinzione che la salute femminile non sia purtroppo un diritto per tutte. Ad esempio, ha lamentato spesso la mancanza di comunicazione e informazione a livello di contraccezione. Ha anche un passato politico, essendo stata candidata sindaco di Roma con Potere al Popolo, un’esperienza con cui non ha raccolto risultati positivi, a differenza di quel che si può dire della sua carriera.