Si conclude (forse) la vicenda riguardante la casa assegnata all’ex ministro della difesa, Elisabetta Trenta, a sua volta lasciata al marito. L’esponente dell’ex governo giallo-verde ha parlato stamane ai microfoni di Radio 24 spiegando: “Mio marito, pur essendo tutto regolare, ma sentendosi in imbarazzo, per salvaguardare la famiglia ha presentato istanza di rinuncia per l’alloggio. Lasceremo l’appartamento – ha aggiunto – nel tempo che ci sarà dato per fare un trasloco e mettere a posto la mia vita da un’altra parte. Sona una cittadina come gli altri, chiedo e pretendo rispetto”. Per la Trenta la vicenda è stata strumentalizzata: “Io mi sono attenuta alle regole – ha proseguito – la mia faccia è pulita, non smetto di fare politica e di essere del Movimento s Stelle: uno vale uno. Se decido di prendermi una pausa di riflessione, poi capirò cosa fare”. L’ex ministro sostiene di non essere stata trattata bene dai colleghi grillini, aggiungendo comunque che “nei valori del Movimento ci credo e non ho nessuna intenzione di abbandonarlo”. Rapporti saldi anche con il ministro Di Maio: “Abbiamo parlato e lui ha capito le mie ragioni”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
ELISABETTA TRENTA E LA CASA DI ROMA: APERTA INCHIESTA
La Procura militare della Repubblica di Roma ha aperto ufficialmente un fascicolo di inchiesta sulla vicenda della casa di Elisabetta Trenta: la conferma arriva all’Ansa dal procuratore Antonio Sabino, spiegando che si tratta di un «atto dovuto dopo le notizie di stampa emerse», anche se al momento non vi sono né indagati né ipotesi di reato (“modello 45”). «Faremo tutti gli accertamenti del caso – ha spiegato il procuratore all’Agenzia – per sgomberare ogni dubbio, anche da un punto di vista amministrativo. È un’indagine di puro carattere conoscitivo» dopo lo scoop lanciato dal Corriere della Sera contro l’ex Ministra della Difesa. Oggi sempre al CorSera la Trenta ha confermato che lei non si è tenuta la casa ma che è stata riassegnata al marito e che è sotto il loro diritto, «non abbiamo fatto nulla di male»; Buffagni dal M5s chiede alla Trenta di lasciare subito quell’appartamento, ma lei replica «Quando sono diventata ministra, mio marito è stato demansionato. Ora ha di nuovo i requisiti: ha la residenza nella sua città dove ha una casa, ma ha diritto ad avere l’alloggio dove lavora. Invece l’appartamento di Roma al quartiere Pigneto è intestato soltanto a me. Finora è rimasto vuoto, non l’ho affittato. Crede davvero che se non fosse stato tutto in regola lo Stato maggiore avrebbe dato il via libera». In merito alla sua ex casa al Pigneto – «un posto non tranquillo» spiega la stessa Trenta – alcuni suoi vicini contattati dall’Adkronos spiegano come «Da qui è andata via ad aprile scorso. A me ha detto che nemmeno lo avrebbe lasciato l’appartamento, ma in centro si sentiva più sicura e poi le serviva una sistemazione valida che le assicurasse anche una possibilità di rappresentanza che qui, a pochi passi dalla sopraelevata, non aveva. Da allora non si vede che il marito, ogni tanto lui torna per prendere delle cose».
ELISABETTA TRENTA “MI SERVE LA CASA GRANDE”
Il caso “Trenta” si allarga sempre di più, con lo scontro consumato questa mattina ufficialmente sul Blog del Movimento 5 Stelle con un durissimo post contro l’ex Ministro della Difesa Elisabetta Trenta, coinvolta nel “casa-gate”: l’alloggio assegnato al marito della ex Ministra, lo stesso occupato prima regolarmente dalla Trenta mentre era in carica nel Governo Conte-1, fa discutere e non poco e già ieri i grillini avevano chiesto alla loro ex Ministra di lasciare quella casa per evitare di passare per la “privilegiata” (dando così una cattiva immagine del Movimento 5 Stelle). Di Maio aveva sentenziato «Sicuramente il marito avrà il diritto all’alloggio, ma sarebbe opportuno che Trenta lasci quella casa e poi il marito farà la richiesta per ottenere l’appartamento come tutti gli ufficiali dell’esercito, seguendo la normale graduatoria». La stessa Trenta era allora intervenuta su Facebook giusto ieri sera per ribadire la sua posizione, creando però ancora più polemica invece che spegnerle: «Ho deciso di usufruire di un alloggio di servizio, come qualsiasi altro militare. È tutto perfettamente regolare. Nessuna legge è stata violata e sono pronta a sporgere querela verso chi dice il contrario. Si vuole per forza colpirmi e, d’accordo, ci sono abituata, affronterò anche questa. Vorrei però capire dove sarebbe la mia colpa. E’ per caso mio marito la colpa? Perché si, come molti sanno, oltre ad essere io una militare ho anche un marito soldato. È questa la colpa?», attacca la Trenta sui social, e continua «È una colpa essere sposata con un uomo che ha giurato al Paese come ho fatto io stessa? Se mio marito ha diritto a quell’alloggio dove sarebbe la questione di opportunità politica? O mi sarei dovuta separare da lui? per far felice chi?».
M5S VS TRENTA: IL CASO DELL’ALLOGGIO
Ancora la stessa Elisabetta Trenta, già polemica contro il M5s dopo non esser stata confermata Ministro della Difesa con la nascita del Governo Conte-2, rilancia indietro le accuse «Oggi ci troviamo di fronte a una montatura mediatica senza precedenti, che ha dei precisi mandanti. Gli stessi che ieri hanno diffuso un documento interno alla nostra intelligence sul mio conto (che riguarda il tentativo della Trenta di provare il test per diventare una “spia” dei servizi segreti, ndr). Vi invito ad aprire gli occhi. La mia coscienza è a posto. Se qualcuno pensa di intimorirmi ha capito male». Non solo, oggi al Corriere ancora la Trenta ribadisce «La casa grande mi serve, ho una vita di relazioni, non posso andarmene. […] Se avessi lasciato quell’alloggio di servizio per trasferirmi in un altro avrei dovuto fare un doppio trasloco visto che quello di mio marito era a carico dello Stato. Invece così lo Stato ha risparmiato». Non sono però affatto piaciute le spiegazioni e questa mattina, prima ancora degli attacchi degli altri partiti contro i M5s, è il Blog delle Stelle ad attaccare l’ex Ministra Trenta: «Le spiegazioni di Elisabetta Trenta, a proposito dell’assegnazione dell’appartamento al marito, non sono sufficienti. I nostri valori sono incompatibili con l’intenzione di mantenere l’appartamento. Ci sono soldati e militari che hanno davvero bisogno di un alloggio e non è il caso di Elisabetta Trenta e del marito. Questa situazione è inaccettabile anche per il lavoro che i nostri parlamentari e attivisti portano avanti da anni in tema di Difesa». Quella della Trenta è una vicenda che a molti ha ricordato da vicino quella di un altro membro M5s, quel senatore Emanuele Dessì che un anno fa venne coinvolto in una polemica per aver ottenuto una casa popolare a Frascati: oggi lo stesso Dessì replica così agli “accostamenti” al caso Trenta «Onestamente non me ne frega niente, deciderà lei se è più importante l’opportunità politica o stare a questionare su chi aveva torto e chi ragione». In merito al suo caso passato invece, il senatore grillino ribadisce all’Adnkronos «Mi dispiace essere come al solito tirato in ballo a sproposito, perché io non credo sia la stessa cosa detenere un appartamento popolare con pieno titolo da anni, come ho ampiamente dimostrato, forte della sentenza di un Tribunale, e prendersi un appartamento approfittando in qualche modo della propria posizione… perché se il marito della Trenta aveva diritto, poteva fare domanda prima».