DONALD TRUMP LANCIA LE PRIME NOMINE (SENZA IL SENATO): ELISE STEFANIK NUOVA AMBASCIATRICE ONU
A neanche una settimana dal trionfo di Donald Trump alle Elezioni Presidenziali Usa 2024, il nuovo inquilino della Casa Bianca sta già mettendo a punto le prime nomine della vasta squadra di Governo che dovrà insediarsi dopo il giuramento del tycoon il prossimo gennaio 2025. E così dopo aver escluso dal “toto-nomi” Mike Pompeo e Nikki Haley, Trump ha fatto il nome di Elise Stefanik, già membro del Congresso nella legislatura uscente e ora nominata nuova ambasciatrice Usa all’ONU.
In un ruolo ultra delicato per via delle tensioni internazionali, a cominciare dalle guerre in Medio Oriente, Ucraina e a breve forse anche Taiwan, il 47esimo Presidente degli Stati Uniti lancia la 40enne “stella” del Partito Repubblicano, fervente sostenitrice del programma “America First” e convinta alleata di Israele tanto da mettere sotto “torchio” alcune rettrici di Università americane dopo gravi episodi antisemiti. L’annuncio Trump lo ha dato direttamente al New York Post (mentre parallelamente un altro nome, quello di Tom Homan come ministro responsabile del controllo frontiere, è stato dato sul social “Truth” in queste ore) sottolineando come Elise Stefanik sia «incredibilmente forte, tenace e intelligente, sostenitrice dell’America First». Subito la conferma della nomina è arrivata dalla stessa deputata Stefanik, che accetta di buon grado e ringrazia il Presidente Trump, «sono molto onorata, non vedo l’ora di guadagnarmi il sostegno dei miei colleghi del Senato degli Stati Uniti». A dirla tutta Trump ha già fatto sapere di non voler attendere il via libera del Congresso per la nomina dei ministri, in quanto «Qualsiasi senatore repubblicano che ambisca alla posizione ambita di leader nel Senato degli Stati Uniti deve accettare le nomine durante le pause di attività, senza le quali non saremo in grado di ottenere conferme in tempi utili».
CHI È ELISE STEFANIK E PERCHÈ TRUMP L’HA SCELTA ALLE NAZIONI UNITE: L’ATTACCO ALLE RETTRICI USA SUGLI ATTI ANTISEMITI IN UNIVERSITÀ
Dopo aver di fatto delicato cordialmente la possibilità di inserire in squadra l’ex ambasciatrice ONU sotto la prima presidenza Trump – quella stessa Nikki Haley che aveva attaccato duramente il Presidente poi eletto il 5 novembre considerandolo troppo estremista e anziano – il leader repubblicano ha indicato in Elise Stefanik il nome giusto per tornare a dare battaglia presso le Nazioni Unite sui temi caldi della politica internazionale. Dopo aver sostituito Liz Cheney alla guida della Conferenza del Partito Repubblicano alla Camera, Stefanik si è fatta notare per la strenua campagna contro le accuse di impeachment di Donald Trump e a favore dei brogli denunciati durante le Presidenziali 2020.
Ma la scelta ricaduta su Stefanik acquisisce importanza maggiore dopo quanto avvenuto lo scorso anno al Congresso: durante le adozioni delle tre rettrici degli atenei “chic” americani – MIT, Harvard e University of Pennsylvania – Stefanik ha duramente criticato la gestione delle manifestazioni e cortei antisemiti avvenuti tra gli studenti per solidarizzare con la Palestina. In particolare, nel confronto con la rettrice di Harvard Clementine Gay l’aveva “inchiodata” alle affermazioni evasive sulla legittimità degli studenti di invocare il “genocidio ebraico” in risposta ai massacri a Gaza. «Invocare il genocidio degli ebrei viola il codice etico di Harvard, sì o no?»: Stefanik si era messa in “mostra” tra i Repubblicani per quell’interrogazione a cui la rettrice aveva poi chiesto scusa (salvo poi dimettersi in luglio per le accuse di plagio ricevute, ndr). Anti-woke, giovane e senza “remore” nelle dichiarazioni, unite però ad un senso politico non da poco che la poneva come candidata n.1 per il nuovo ruolo di ambasciatrice ONU dove dovrà far valere le posizioni dell’Amministrazione americana: con una possibile guerra da “negoziare” con la Russia e con il Medio Oriente che vede la conferma della stretta alleanza Usa-Israele, il ruolo di Stefanik non sarà di secondo piano.