Ellen DeGeneres è stata vittima di abusi sessuali da adolescente. Lo ha confessato la stessa conduttrice tv americana nell’intervista rilasciata a David Letterman per la seconda stagione dello show “Non c’è bisogno di presentazioni” prodotto da Netflix. Nel corso del suo racconto Ellen ha parlato del difficile rapporto che ha avuto col suo patrigno, il quale non ha esitato ad approfittarsi di lei. Lo definisce «un uomo molto cattivo» per quello che le ha fatto. Tutto è cominciato quando a sua madre Betty fu diagnosticato un tumore al seno per il quale dovette operarsi. «Mi disse che doveva controllare il mio seno mentre lei era fuori città» per evitare che succedesse lo stesso anche a lei. «Mi ha convinto e ha cercato di farlo un’altra volta, ma in un’occasione ha cercato di sfondare la porta della mia stanza e io sono scappata dalla finestra perché sapevo che sarebbe andato oltre». Ellen DeGeneres non voleva raccontarlo alla madre per proteggerla, perché sapeva che avrebbe rovinato la sua relazione, «e lei era felice con lui anche se era un uomo orribile».
ELLEN DEGENERES, ABUSI SESSUALI DAL PATRIGNO
Raccontando la sua storia, Ellen DeGeneres ha colto l’occasione per invitare chiunque sia vittima di violenza sessuale a farsi avanti. «Questo è un altro motivo per il quale sono arrabbiata con me stessa, perché io non l’ho fatto. Ero troppo debole per oppormi, avevo 15 o 16 anni. È una storia davvero orribile e l’unico motivo per cui ne parlo è perché voglio che altre ragazze non si lascino mai fare niente di tutto ciò». La conduttrice tv americana ha deciso di proteggere sua madre da quella terribile verità, ma si è pentita di questa decisione. «Avrei dovuto proteggere me. Non gliel’ho detto per qualche anno, poi gliel’ho raccontato e lei non mi ha creduto, infatti è rimasta con lui per altri 18 anni». Non è la prima volta però che la comica parla del suo patrigno. Lo fece nel 2005 nell’intervista per Allure e poi nel 2018 al programma Today’s Savannah Guthrie. «Il problema che è non ci sentiamo degne o abbiamo paura di avere una voce e abbiamo paura di dire di no». Anche per questo è importante parlarne. «Mi fa arrabbiare quando le vittime non sono credute, perché non ci inventiamo nulla».