SCHLEIN APRE AL CONFRONTO CON IL GOVERNO (MA NON SU TUTTO): PARLA LA SEGRETARIA PD

Lavoro, violenza sulle donne e migranti: Elly Schlein, intervistata dall’Avvenire, apre al confronto con il Governo e in particolare col Premier Giorgia Meloni fissando però i limiti entro i quali far agire il “dialogo”. «Mi sono rivolta alla premier dopo il grave caso di stupro delle due bambine (a Caivano, ndr), e ho proposto sulla violenza di genere di mettere da parte la dialettica politica per lavorare insieme per un grande investimento sulla prevenzione»: il Pd si dice dunque disponibile a collaborare sul tema delle violenze, con “plauso” alla mossa del Ministro Valditara sulla formazione in classe.



Il confronto però può allargarsi anche a due maxi temi, cominciando con i migranti: «Noi al confronto sul merito non ci sottraiamo mai. Ma abbiamo di fronte chi in questi anni ha avvelenato il dibattito con una propaganda fatta di odio e intolleranza. Arrivata al governo, la destra si è trovata di fronte a un fenomeno complesso che non è in grado di gestire. Noi abbiamo chiesto al governo di incontrare i sindaci che si sentono lasciati soli, dopo il decreto disumano», spiega ancora Schlein al quotidiano della CEI. La segretaria dem boccia la Manovra improntata sulla natalità e punta invece le sue di priorità, dai salari bassi (con la proposta del salario minimo che permane, ndr) alla sanità pubblica universale. Sul lavoro, in particolare, Schlein sottolinea dopo la strage ferroviaria a Torino, «Urge un piano strutturale di investimento che potenzi i controlli, introduca nuove tecnologie, responsabilizzi i datori di lavoro».



ELLY SCHLEIN: “SULL’UTERO IN AFFITTO SENSIBILITÀ DIVERSE NEL PD’

In merito al tavolo sulle riforme, Elly Schlein resta molto critica e scettica contro il Governo: «Noi quando il governo ci ha invitato al confronto abbiamo chiarito che si parla di riforme istituzionali non senza una moratoria sull’autonomia differenziata (che non essendo una riforma costituzionale non rientrava nel tavolo), la quale inciderebbe in modo devastante sul nostro Paese. Basta guardare le diverse aspettative di vita di un bambino che nasce a Reggio Calabria e di uno che nasce a Bologna. Noi faremo di tutto per ostacolare questo progetto che spaccherebbe il Paese».



Innegabili le distanze e “anime diverse” invece all’interno dello stesso Partito Democratico, dai temi sul 2% del PIL per la spesa militare fino all’utero in affitto, tematiche vedono scontri interni alle correnti di continuo: «Ho sempre pensato che fosse necessario sostenere l’Ucraina anche militarmente. Ma penso che sia cosa ben diversa aumentare la spesa militare linearmente in tutti i Paesi europei. Credo in una difesa comune europea che avremo solo quando i governi decideranno di mettere in comune competenze e investimenti». Da ultimo, Schlein ricorda che su trascrizioni all’anagrafe dei figli di coppie omogenitoriali, così come sulle adozioni, il Pd è compatto ma deve registrare che ad oggi non v’è una posizione «unitaria sulla regolazione della maternità surrogata, convivono sensibilità diverse» (anche perché la segretaria si è schierata a favore dell’utero in affitto che invece resta vietato per legge).