IL DIETROFRONT DI ELLY SCHLEIN SUL SIMBOLO PD: “NIENTE MIO NOME, SCELTA DIVISIVA”
«Il mio nome sul simbolo del Pd alle Elezioni Europee è una proposta più che altro divisiva»: così la Segretaria dem Elly Schlein nella lunga diretta Instagram, prima di annunciare la squadra dei candidati in lista per il voto di giugno, fa clamorosa retromarcia su quanto proposta dalla stessa leader appena nella giornata di ieri durante la Direzione Nazionale del Partito Democratico. La forte contrarierà manifestata da molti correnti dem (già in subbuglio per il “caso Emiliano-Bari“) e l’intervento durissimo dell’ex Presidente Romano Prodi, hanno fatto propendere per ritirare la proposta di inserire il nome “Schlein” nel simbolo da presentare alle Europee.
«Si è parlato – ha spiegato la deputata – di inserire il mio nome nel logo elettorale, c’è stata una bella discussione in direzione: ringrazio chi ha fatto quella proposta ma io penso che il miglior contributo che posso dare sia correndo in questa lista a fianco dei candidati. Ma questa mi è sembrata una proposta più che altro divisiva». Al di là della vicenda chiaramente simbolica di quanto possa spostare o meno il nome del leader sul partito – visto che Schlein sarà comunque candidata come capolista nel Centro e nelle Isole – è il tema di leadership che viene nuovamente rimesso al centro appena l’indomani della riunione al Nazareno: «Siamo l’unico partito che discute, la capacità di guida di una squadra non si misura nella forza del pugno ma nel polso e nella capacità di ascoltarci», è la risposta di Schlein a chi polemizza in queste ore sulla debolezza politica di una leader costretta a fare dietrofront proprio sul suo stesso nome “in campo”. Secondo la leader dem, l’appello resta aperto all’intera comunità dem, spiegando come «Avremo bisogno di tutto il vostro supporto perché se insieme vinceremo l’alternativa c’è già e c’è da domani. C’è tanta voglia di cambiamento e di accendere una speranza».
SCHLEIN KO, “VINCE” PRODI (CON LE CORRENTI): UN PROBLEMA DI LEADERSHIP VERSO LE EUROPEE?
Al di là però degli appelli e degli accordi presi – alla fine il simbolo Pd viene presentato nel comitato elettorale centrale senza il nome di Elly Schlein, mentre permane il riferimento al partito europeo PSE – pesa non poco il “dietrofront” della leader dopo che si era spesa ieri per l’inserimento del nome, a supporto della presenza in lista della stessa Schlein. Sono state in particolare le durissime dichiarazioni ieri fuori dal Nazareno del “padre politico” del Pd, Romano Prodi, tutt’altro che “tenero” sull’iniziativa di Schlein: «Quel che sta succedendo dimostra proprio che non mi dà retta nessuno. Ma con che faccia poi ci batteremo contro il premierato di Giorgia Meloni, se Elly Schlein mette il suo nome nel simbolo, addirittura alle Europee?».
Furibondo anche l’altra pedina centrale della Segreteria dem Dario Franceschini, una volta saputo della proposta di Schlein: «Cos’è questa storia di Elly nel simbolo? Ma vi rendete conto a quali rischi andate incontro?». Inoltre sempre Prodi già aveva polemizzato sulla scelta di candidarsi dicendo già che non sarebbe poi andata in Europa in caso di elezione: «Chiedere il voto per poi non andare in Europa è una ferita alla democrazia». Da Conte a Renzi, da Bersani agli altri elementi interni del Pd tutt’altro che favorevoli alla “strategia Schlein” sulle Europee: la campagna elettorale è appena cominciata ma la polveriera dem è già intensa come certifica un alto dirigente Pd rimasto anonimo al “Giornale”, «Non so chi abbia consigliato Elly ma lei la ha gestita in modo suicida». Oltre a fare accordi “privati” con alcuni capicorrente (vedi Bonaccini e Zingaretti), Schlein viene contestata dallo stesso dirigente dem per come ne uscirà la stessa Segretaria: «Ora ne uscirà male comunque. Se rinuncia è una ritirata, se insiste, lo fa contro il partito». Con che spirito dunque si presenta la leadership della candidata e Segretaria a poco più di un mese dalle Europee?