L’ATTACCO DI SCHLEIN CONTRO IL GOVERNO MELONI SUL CASO ALBANIA: COSA HA DETTO LA LEADER PD

È “bastata” una sentenza come quella del Tribunale civile di Roma sul rimpatrio dei 12 migranti in Italia (dopo l’invio sole 24 ore prima nel cpr in Albania) per aprire l’ennesimo scontro a distanza tra il Centrosinistra a guida Elly Schlein (alla continua ricerca di quel “campo largo” ancora non raggiunto) e il Governo Meloni: il clima pesante si era già avvertito nel botta risposta sui social tra la Premier e la leader Pd dopo che in Europa gli eletti Dem, M5s e AVS avevano firmato la richiesta di procedura di infrazione contro l’Italia, proprio sul caso Albania.



Meloni li aveva definiti scandalosi nell’essersi ribellati ad un provvedimento votato dal Parlamento e siglato anche dal Quirinale, con Schlein che ribatteva appena il 18 ottobre «è colpa del Pd se i giudici hanno deciso che non rispettate le leggi? Nessuno è al di sopra delle leggi, italiane ed europee». È poi una lunga intervista oggi a “La Stampa” a calare ulteriori “carichi” contro la rivale e leader FdI da parte della segretaria democratica impegnata nell’ottenere vittoria piena nelle prossime tre Elezioni Regionali tra Liguria, Emilia Romagna e Umbria: Schlein ritiene che l’esecutivo di Centrodestra, nel siglare l’accordo con l’Albania per l’invio di migranti clandestini, abbia aggirato le norme europee provocando un pericoloso precedente, per di più con spreco di soldi pubblici «che si potevano mettere sulla sanità nella prossima Manovra».



Secondo Elly Schlein il Governo è un misto di incapacità e propaganda continua, da qui l’affondo lanciato dalla leader Pd sempre su “La Stampa”: «La verità è che sono talmente incapaci che non sono riusciti a costruire un meccanismo che non sia fuorilegge e hanno sprecato 800 milioni di fondi pubblici». In poche parole, la deputata progressista ritiene che Meloni voglia incolpare magistrati, media e opposizioni di errori sostanzialmente del proprio stesso Governo: non solo, Schlein attacca dicendo che la Corte di Giustizia Ue ha già sancito che un Paese per essere considerato “approdo sicuro” (per poter disporre del rimpatrio diretto dei clandestini da esso fuggiti) lo deve essere “in ogni sua parte”, e così i giudici hanno di fatto applicato quella sentenza senza produrre un attacco politico-ideologico.



SCONTRO SCHLEIN-NORDIO: LA RICHIESTA DI DIMISSIONI E LA RISPOSTA (MOTIVATA) DEL MINISTRO. INTANTO DAL QUIRINALE…

La posizione espressa da Schlein è però già stata contestata tanto dalla Premier Meloni quanto dal Ministro della Giustizia Carlo Nordio, che già aveva definito la decisione del Tribunale di Roma come «abnorme»: quella sentenza europea, sottolinea a “La Repubblica” il Guardasigilli, è stata male interpretata dai giudici italiani, «La definizione di “paese sicuro” non può spettare alla magistratura, ma è una valutazione esclusivamente politica pur nei parametri del diritto internazionale».

È di fatto proprio contro il Ministro Nordio che si scaglia la seconda parte della corposa intervista di Schlein al quotidiano torinese: le parole sui giudici che avrebbero “esondato i propri poteri” vengono ritenute gravissime e da qui la richiesta di dimissioni dello stesso titolare di Via Arenula. Secondo la segretaria Pd le parole dette in questi giorni da Nordio sarebbero «incompatibili con il ruolo che ricopre», e sarebbe invece il Governo ad aver “esondato” dimenticando la separazione dei poteri tra politica e magistratura. Schlein non può però non vedere che parte dei Paesi europei, in primis la Germania di Scholz e la stessa Presidente Von der Leyen, sia decisamente interessato al modello italiano nell’accordo con l’Albania: al netto delle decisioni dei giudici, la n.1 del Partito Democratico teme che vi sia dunque uno spostamento della maggioranza da parte del PPE verso l’area più a destra, a svantaggio della coalizione emersa dagli accordi post-Europee.

A compendio dello scontro costante tra Schlein e Meloni, tra Pd e Governo – a cui non va dimenticata la bufera mediatica scatenata dalle opposizioni e dal cdr della Rai contro l’intervista di Salvini al Tg1 di sabato sera – un dato politico importante (e “sibillino”) arriva dal Quirinale con l’intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella alla cerimonia a Bari del Festival delle Regioni: «Tra le istituzioni e all’interno delle istituzioni la collaborazione, la ricerca di punti comuni, la condivisione delle scelte sono essenziali per il loro buon funzionamento e per il servizio da rendere alla comunità». Il riferimento non è diretto ma non è così impossibile leggersi un “richiamo” alle forze politiche di Centrosinistra che per lanciare una sfida politica interna hanno aderito ad una richiesta formale di procedura d’infrazione contro il nostro stesso Paese.