Elon Musk ha testimoniato nelle scorse ore in California nel processo che lo vede imputato per alcuni tweet pubblicati nel 2018, in cui lo stesso annunciava l’intenzione di voler portare Tesla, l’azienda che produce le omonime auto elettriche di sua proprietà, in Borsa. L’azione legale nei suoi confronti, come si legge sul sito del quotidiano Repubblica, è stata avviata di preciso da un azionista della stessa azienda, e potrebbe costare miliardi di dollari all’ex uomo più ricco al mondo nel caso in cui lo stesso venisse ritenuto colpevole.



Secondo le accuse mosse nei confronti del manager di origini sudafricane, Musk non aveva i fondi per il cosiddetto delisting di Tesla, ovvero la “cancellazione di un titolo da un listino e suo definitivo ritiro dalle negoziazioni di borsa”, rendendo quindi privata la stessa azienda, cosa che invece sosteneva il manager. Ovviamente Elon Musk ha rimandato al mittente ogni accusa, spiegando, in un discorso durato circa mezz’ora, spiegando di aver minimizzato il potere dei suoi cinguettii e aggiungendo che non vi è alcuna “relazione causale” tra il suo post e l’aumento del prezzo delle azioni Tesla.



ELON MUSK A PROCESSO PER DELISTING E INTANTO MONTANO I SOSPETTI PER LE AZIONI VENDUTE…

Lunedì, quando il processo riprenderà, capiremo se la giuria avrà creduto o meno alle dichiarazioni del manager di SpaceX, che continua ad essere sul banco degli imputati. Diversi infatti gli addetti ai lavori che hanno criticato alcuni atteggiamenti tenuti nell’ultimo periodo del 2022 dal papà di Tesla, a cominciare dalla cessione di quasi 3,6 miliardi di dollari di azioni di Tesla arrivate prima del crollo delle azioni stesse: una tempistica sospetta, come specifica MilanoFinanza, e che fa sorgere un dubbio lecito: “Musk sapeva che gli affari erano così rallentati quando ha venduto le sue azioni?”.



Secondo James Cox, professore di diritto dei titoli alla Duke University che ha testimoniato davanti al Congresso sul presunto insider trading di Tesla: “Questo dovrebbe essere di grande interesse per la Sec (La Securities and Exchange Commission ndr). La questione è: cosa sapeva lui e cosa prevedeva il mercato quando ha venduto? Quello è il momento critico”.