Elon Musk è stato citato in giudizio dalla Sec, l’ufficio di vigilanza delle operazioni di borsa, che ha denunciato ufficialmente l’imprenditore per mancata comunicazione dell’acquisto di Twitter nei tempi previsti. Secondo le indagini svolte, che sono durate più di due anni, nella scalata al social ci sono state alcune irregolarità che potrebbero costituire una prova di reato di frode finanziaria. La prima è proprio l’arrivo del comunicato, solo 11 giorni dopo rispetto a quanto stabilisce la legge federale, la seconda è che proprio per questo ritardo, le azioni sarebbero state pagate molto meno rispetto al prezzo di mercato, che ovviamente dopo l’annuncio sarebbe salito.
L’intera acquisizione è costata infatti solo 44 miliardi di dollari, circa 150 miliardi in meno rispetto alle stime segnalate nell’inchiesta della commissione finanziaria Usa che ha ricevuto il documento quando già il miliardario era in possesso della quota azionaria pari al 9,2%, mentre la segnalazione obbligatoria va fatta già quando si supera il 5%. La citazione, depositata presso il Tribunale di Washington, è stata commentata dal legale di Musk che l’ha definita: “Una azione intimidatoria“.
Elon Musk citato in giudizio dalla Sec per l’acquisizione di Twitter, il legale: “Accuse prive di fondamento”
La Security Exchange Commission, autorità che si occupa di monitorare illeciti delle operazioni finanziarie in Usa, ente simile alla Consob italiana, ha citato in giudizio Elon Musk per frode dovuta al ritardo dell’invio della comunicazione dell’acquisto di Twitter. Il ritardo nella notifica, che secondo quanto stabilito dalle indagini avrebbe fatto guadagnare un enorme margine sul prezzo delle singole azioni, era stato già comunicato all’imprenditore qualche mese fa quando la Sec aveva richiesto un accordo formale per evitare risvolti giudiziari.
L’avvocato di Musk Alex Spiro, ora risponde alle accuse dichiarando che, sia il tentativo di conciliazione sia questa nuova azione giudiziaria, sarebbero prive di fondamento e parte di una campagna diffamatoria che va avanti da anni. Sostenendo anche, come ha sottolineato il New York Times, che la commissione avrebbe fatto uscire l’inchiesta solo adesso come “ultimo atto” del presidente uscente Gary Gensle, visto che presto lascerà il posto al nuovo amministratore molto vicino al partito repubblicano, che proprio per questo potrebbe decidere dopo l’insediamento di non proseguire contro il proprietario di X, che è anche nuovo consigliere di Donald Trump, abbandonando del tutto la causa.