Decisione alquanto controversa quella del miliardario Elon Musk, che ha fatto sapere di aver riammesso a X, dopo il ban da Twitter, Nick Fuentes. Quest’ultimo, come riferito dal sito dell’agenzia di stampa italiana Ansa, è un noto suprematista bianco di estrema destra, che era stato bandito dalla piattaforma tre anni fa, nel 2021, quando il social network in questione non era ancora di proprietà del CEO di Tesla. Da quando Musk ha acquistato Twitter nel 2022 ha deciso di rendere lo spazio più “liberale”, aprendo anche a numerosi personaggi in precedenza estromessi, decidendo quindi di riattivare il profilo di Fuentes.



«Sarà riammesso a patto che non violi la legge. È meglio avere un anti qualsiasi cosa allo scoperto per essere confutato, piuttosto che farlo crescere ribollendo nell’oscurità», ha fatto sapere lo stesso imprenditore di origini sudafricane. Fuentes ha partecipato al famoso assalto di Capitol Hill del 6 gennaio del 2021, quando alcuni elettori repubblicani entrarono con la forza nel congresso degli Stati Uniti come protesta dopo l’elezione di Joe Biden in sfavore di Donald Trump.



ELON MUSK RIAMMETTE NICK FUENTES SU X: LA CENA CON TRUMP DEL 2022

Nick Fuentes ha 25 anni, ed è molto noto nel mondo del suprematismo bianco. E’ un ammiratore di Adolf Hitler, e inoltre si è detto favorevole all’esecuzione dei non cristiani. È un negazionista dell’olocausto, ma anche antisemita, misogino e omofobo, insomma, non proprio un personaggio dei migliori. Spesso e volentieri ha pubblicato le sue idee inorridendo l’opinione pubblica degli Stati Uniti, e nel 2020 il suo canale Youtube è stato chiuso definitivamente dalla piattaforma avendo violato i termini della stessa.



La sua celebrità è comunque cresciuta nel corso degli anni, e nel 2022 ha partecipato addirittura ad una cena nella nota residenza di Mar-a-Lago, villa privata di Donald Trump. Nell’occasione il tycoon disse di essere stato «molto impressionato da lui». Nick Fuentes per l’occasione venne accompagnato dal cantante rapper Kanye West, anch’egli spesso e volentieri finito nel tritacarne dell’opinione pubblica per alcune sue esternazioni o azioni.