L’Italia rischia una crisi irreversibile? Elsa Fornero spera che quella di Carlo Bonomi sia solo una preoccupazione, più che una previsione, ma d’altra parte è consapevole che molte cose non stiano funzionando nel nostro Paese. «Certamente molte cose sono a rischio, molte attività produttive, molte imprese e molti posti di lavoro», ha dichiarato in collegamento con SkyTg24. Non è mancata, dunque, una frecciata al Governo da parte dell’ex ministro del Lavoro: «Non possiamo vivere di bonus, quindi se sono stati un tampone necessario per l’emergenza, ora il governo deve assicurarsi che i fondi dati alle imprese siano arrivati e che queste siano in condizioni di riaprire e in sicurezza». Ma è quando parla della scuola che Elsa Fornero rilascia dichiarazioni destinate a far discutere. Di sicuro ci lasciano perplessi. «Deve riaprire un altro fondamento del nostro Paese, la scuola. Se ripartono le attività produttive e la scuola le famiglie sono più tranquille e possono consumare di più, quindi dare un po’ di slancio all’economia».



ELSA FORNERO “PIÙ CONSUMI SE RIPARTE SCUOLA”

Pensare che la riapertura delle scuole sia sufficiente, unitamente alla ripresa delle attività produttive, a “tranquillizzare” le famiglie e che quindi questo basti per far ripartire i consumi è forse un ragionamento un po’ riduttivo, soprattutto se fatto da parte di un ex ministro del Lavoro. È il lavoro il “tema caldo”, senza esso neppure la riapertura in sicurezza delle scuole può tranquillizzare le famiglie che sono in questo momento senza prospettive lavorative a causa della pandemia. Lo slancio all’economia passa dal lavoro. E infatti Elsa Fornero sembra contraddirsi quando poi afferma che: «L’errore che possiamo fare è pensare di trovare la soluzione ai nostri mali nel giro di due mesi». E continua a contraddirsi commentando le dichiarazioni del ministro dell’Economia Roberto Gualtieri in occasione del Meeting di Rimini 2020 aggiunge altre perplessità: «Ha parlato di una grande ripartenza, non so in base a quali dati esprima questo ottimismo. Ci vuole bilanciamento e una visione strategica. I fondi che arriveranno vanno messi in attività che guardano al futuro». Se bastasse la ripartenza delle attività produttive e della scuola, perché allora Gualtieri non dovrebbe essere ottimista?

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