«Per la prima volta l’Unione europea reagisce in modo unitario rispetto allo shock. L’idea è che dobbiamo affrontare insieme l’emergenza dando di più ai paesi più deboli e investendo sui più giovani»: così Elsa Fornero sul Next Generation Eu ai microfoni de Il Riformista.
L’ex ministro del Lavoro ha spiegato che il Ngeu è il primo passo verso un bilancio comune europeo e promuove l’ipotesi di una politica fiscale comune così da complementare l’unificazione delle economie nazionale. Elsa Fornero lo ha definito l’inizio di un percorso in una situazione drammatica, evidenziando poco dopo che «si va verso un’Europa federale»: «L’Ue potrà tassare i cittadini europei al fine di favorire la crescita dell’occupazione e per superare le diseguaglianze. Il cambiamento post-covid aiuterà la prospettiva del federalismo fiscale».
ELSA FORNERO: “PNRR DI DRAGHI PIU’ CREDIBILE DI QUELLO DI CONTE”
Soffermandosi sul Pnrr, Elsa Fornero ha messo in risalto che nel programma di Mario Draghi ci sono senz’altro dei miglioramenti rispetto a quello stilato da Giuseppe Conte: «Il piano è più pragmatico e meno enfatico. Più credibile rispetto alla retorica del precedente governo. A me piace questo tono pragmatico». L’economista ha rimarcato che per la realizzazione del Pnrr molto dipenderà da noi, ricordando che Bruxelles chiede un passo in avanti su transizione verde e digitalizzazione. Un dossier da non sottovalutare è quello legato alla pubblica amministrazione e Elsa Fornero ha sottolineato che «c’è un problema di riconoscimento del merito, di valorizzazione delle competenza. Ma la cultura del mondo amministrativo non vuole la selezione. Servono una selezione basata sul merito, una preparazione adeguata, la progressione di carriera deve premiare i migliori, non i più vicini al potere politico e al sindacato». A proposito di possibili mancanze nel piano, Elsa Fornero ha spiegato che avrebbe preferito più spese per la ricerca: «Il tema dell’istruzione è cruciale e il livello medio dell’istruzione è il nostro problema storico. Il principio dell’uno vale uno non funziona, lo abbiamo verificato».