Elton John è tornato a parlare della Brexit, lo aveva già fatto all’inizio dell’anno sostenendo la campagna degli artisti britannici contro l’esecutivo di Boris Johnson. Attraverso il Guardian disse: ”Come risultato della Brexit, gli artisti britannici che vogliono suonare in Europa ora avranno bisogno di visti, permessi di lavoro e carnet per le attrezzature per ogni Paese che visitano. E’ un incubo amministrativo che aumenta enormemente il costo dell’organizzazione di un tour europeo”.



A lui si aggiunse Colin Greenwood, bassista dei Radiohead, che spiegò quanto sia importante per il governo britannico ammettere di non aver fatto abbastanza per le industrie creative durante i negoziati sulla Brexit. Chiedendo, inoltre, di rinegoziare la disposizione per i tour in Europa. Tra gli altri musicisti che sono intervenuti in merito, tramite una lettera aperta pubblicata il 22 gennaio dal Times, ci sono Roger Waters, Robert Plant, Peter Gabriel, Sting e Brian May.



Le nuove accuse di Elton John

Oggi Elton John si è fatto nuovamente sentire, attraverso Instagram, con parole molto dure nei confronti delle regole che riguarderanno i tour dopo l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea. Il cantante ha fatto sapere di aver incontrato il ministro David Frost, insieme e David Furnish e Craig Stanley (rispettivamente uno dei membri della Rocket Entertainment e un promoter), e di aver riscontrato un governo incapace a rimediare.

“Abbiamo parlato esplicitamente dei danni che gli accordi porteranno all’industria musicale del Regno Unito. Nonostante questa incombente catastrofe, il governo sembra incapace o indisposto a riparare queste lacune negli accordi. La situazione è già critica. Durante l’incontro, il ministro Frost ha detto che per cercare di risolvere questo problema ci vorrà un po’. Purtroppo non c’è tempo, per il nostro settore: sta morendo. Il governo ha infranto la promessa che ci aveva fatto nel 2020, dicendo di voler proteggere i musicisti e le altre personalità dell’industria dall’impatto della Brexit sui tour in Europa. Chiedo al governo di risolvere questo pasticcio, altrimenti il Regno Unito perderà una generazione di talenti”.