Elton John, mito della musica mondiale che non ha bisogno di presentazioni, si dice fortunato a non essere morto per Hiv. L’artista britannico si è raccontato durante una miniserie televisiva che è andata in onda in Gran Bretagna, e in cui lo stesso Sir ha parlato della sua gioventù vissuta in maniera un po’ pericolosa. Negli anni ’80 l’Aids è stata una piaga che ha purtroppo dilagato soprattutto nella comunità gay, ed essendo Elton John notoriamente omosessuale, lo stesso ha spiegato di aver rischiato la vita: «Avrei potuto fare la fine di Freddy Mercury o di Rock Hudson – sono le rivelazioni del cantante oggi 74enne, riportate da IlGazzettino.it – invece sono qui e mi sento molto fortunato a sfuggire all’Aids e ora a poter ricordare tutto questo». Quindi ha aggiunto: «Non dovrei essere qui oggi dopo aver vissuto uno stile di vita edonistico negli anni ’80».



Elton John ha istituito nel 1992, subito dopo la morte dell’immortale voce dei Queen, la Aids Foundation, fra le principali organizzazioni no profit al mondo, con l’obiettivo appunto di finanziare la lotta alla malattia. «Questo giovane ha toccato il fondo assoluto – ha proseguito ancora Elton John, riferendosi a se stesso – la sua vita era un disastro, stava perdendo il controllo. Sarebbe dovuto morire. Ad essere onesti, lo ha quasi fatto. A ragione, non dovrei essere qui oggi – ha proseguito, rilasciando dichiarazioni forte – dovrei essere morto, sei piedi sotto in una scatola di legno. Avrei dovuto contrarre l’HIV negli anni ’80 e morire negli anni ’90, proprio come Freddie Mercury, proprio come Rock Hudson. Ogni giorno mi chiedo, come ho fatto a sopravvivere?».



ELTON JOHN CONTRO LE PAROLE OMOFOBE DI DABABY: “SCIOCCATI”

Poche settimane fa Elton John era intervenuto sempre sul tema dopo alcune dichiarazioni omofobe del rapper DaBaby: «Siamo scioccati dalla disinformazione sull’Hiv e dalle frasi omofobiche che si sono sentite a un recente concerto di DaBaby – aveva scritto via Twitter – non fanno che peggiorare lo stigma e la discriminazione, esattamente l’opposto di quel che abbiamo bisogno per combattere l’epidemia di Aids».

Quindi il musicista inglese aveva aggiunto e concluso che «falsità omofobiche e sull’Hiv non hanno posto nella nostra società e nella nostra industria. In quanto musicisti, dobbiamo diffondere compassione e amore per chi è emarginato. Il lavoro di un musicista consiste nell’unire le persone».