Un rapporto dell’Osservatorio fiscale dell’Unione europea ha analizzato il fenomeno dell’elusione fiscale nei Paesi d’Europa. È emerso, dal lavoro di oltre un centinaio di ricercatori internazionali, che i “peggiori”, ovvero quelli con una percentuale di perdita di gettito fiscale sulle società in relazione al gettito fiscale riscosso superiore al 20%, sono Germania (26%), Gran Bretagna (25%) e Ungheria (25%), seguite da Lettonia (23%) e Islanda (21%). I dati fanno riferimento al 2020.
Lo scenario opposto si ritrova nei Paesi europei che rappresentano invece dei cosiddetti paradisi fiscali, ovvero Svizzera in primis, seguita da Irlanda, Olanda e Belgio e Cipro. Essi offrono condizioni molto vantaggiose, sebbene comunque siano in linea con gli standard dell’OCSE. Nella fasce di mezzo invece si trovano tutti gli altri Stati. L’Italia ad esempio è insieme a Francia, Spagna, Austria, Norvegia, Finlandia, Svezia, Danimarca ed Estonia nel range tra il 10% e il 20% di tasso di elusione fiscale. Nel Portogallo e a Est invece si resta per lo più sotto il 10%.
Elusione fiscale: Germania, Ungheria e Regno Unito le peggiori in Europa, la mappa
La mappa dell’Osservatorio fiscale dell’Unione europea sull’elusione fiscale, realizzata anche in versione estesa per tutto il mondo, copre alcune pratiche chiaramente illegali. Ad esempio, il nascondere il reddito da conti bancari offshore, così come le pratiche di risparmio fiscale della zona grigia, come lo spostamento degli utili verso società di comodo straniere e la creazione di holding o trust per gestire la ricchezza personale ed evitare le imposte sul reddito individuali. Ma non solo. Le aree di competenza, che sono state analizzate da centinaia di esperti internazionali, sono numerose.
Il rapporto offre per questo motivo una grande comprensione della portata e della moda dei flussi finanziari illeciti e dell’evasione fiscale e rappresenta dunque una lettura interessante per i cittadini che vivono in tutti i paesi presi in considerazione.