Elvira Bonturi e Giacomo Puccini moglie: lei lasciò il marito per lui…
Di origine lucchese, Giacomo Puccini, dopo aver studiato al Conservatorio di Milano, ha ottenuto un successo importantissimo in giro per tutto il mondo. Giacomo Puccini si era innamorato di una donna già precedentemente sposata, Elvira Bonturi. Anche lei, a sua volta, si era accorta di provare dei sentimenti importanti per il compositore e per questa ragione aveva lasciato il marito, il droghiere Narciso Gemignani, con il quale aveva già due figli. I due fuggirono allora insieme e con loro portarono anche la figlia di lei, Fosca. Tra il 1886 e il 1887 i due vissero a Monza, dove nacque anche il loro unico figlio, Antonio, anche chiamato Tonio. I due si sposarono solamente nel 1904, quando morì il primo marito di lei, Narciso Gemignani.
I due riconobbero così il figlio, Antonio, che nel frattempo aveva compiuto 17 anni. La famiglia, prima del matrimonio, visse in condizioni finanziarie difficili, in case in affitto e ospiti spesso da parenti. Antonio, il figlio di Giacomo Puccini ed Enrica Bonturi, studiò elettrotecnica e ingegneria meccanica in Germania, a Mittweida, ma non terminò gli studi. Nel 1933 Tonio, come veniva chiamato, sposò Rita Dell’Anna e morì nel 1946, a sessant’anni, 22 anni dopo la morte del padre.
Giacomo Puccini moglie e figlio Antonip: gli anni difficili vissuti a Monza
Elvira Bonturi, moglie di Giacomo Puccini, morì a 70 anni nel 1930, sei anni dopo il marito che aveva amato a lungo e in maniera intensa e profonda, dopo aver cominciato la relazione a metà degli anni Ottanta dell’800. Per lui lasciò il marito e il figlio Renato, portando invece con sé Fosca. Nel 1885 Elvira decise di lasciare il marito: già incinta, fuggì da Lucca insieme al suo amante.
La loro fuga fu un vero e proprio scandalo in città: i due vissero per anni in situazioni economiche precarie in una fredda casa di Monza, insieme ai due figli, Fosca, avuta dal precedente matrimonio, e Antonio, chiamato Tonio. Giacomo, scrivendo a Elvira più tardi, ha ricordato il freddo che avevano provato in quella casa, dove erano costretti a dormire in quattro nello stesso letto per riscaldarsi.