E’ stato il noto produttore Quincy Jones a dire che Elvis Presley era razzista. In settant’anni di carriera ha collaborato con i più leggendari nomi della musica mondiale, tra i quali Michael Jackson, ma del re del rock ‘n roll ha espresso delle parole molto pesanti: ”Non ho mai voluto lavorare con lui. Era razzista”. A rivelare le sue accuse è l’Hollywood Reporter, una tra le principali riviste statunitensi dedicate al mondo dello spettacolo. Le parole di Quincy Jones fanno piombare delle ombre sul compianto Elvis Presley, proprio ora che è prevista l’uscita di un film che racconterà la sua vita, la pellicola vede Baz Luhrmann come regista, Austin Butler interpreterà il cantante mentre Tom Hanks vestirà i panni di Tom Parker, il suo potente manager.



Non è la prima volta che vengono rivolte dichiarazioni simili nei confronti di Presley, anche quando era in vita, lui però rispondeva sempre negando categoricamente di utilizzare frasi inappropriate sulle persone di colore e dicendo che la parola razzista non gli apparteneva assolutamente. Tutto questo partì intorno alla metà del 1957 quando si diffuse la voce che Elvis, durante un’intervista, si fosse a un certo punto espresso così: ”L’unica cosa che i negri possono fare per me, è comprare i miei dischi e lustrarmi le scarpe”.



Le parole di Quincy Jones su Elvis Presley

L’accusa è di quelle peggiori: Elvis Presley non avrebbe mai lavorato con Quincy Jones per il colore della sua pelle. Parliamo di due leggende della musica e uno di loro non c’è più, si attende che qualcuno della Elvis Presley Estate (l’ente che tutela la memoria del cantante) rilasci qualche dichiarazione per smentire determinate voci. Il produttore, di origini afroamericane e oggi giunto all’età di 88 anni, incalzato dall’Hollywood Reporter su una mancata collaborazione con il cantante di ”Can’t help falling in love” ha raccontato: ”Erano gli anni Cinquanta. Stavo scrivendo per Tommy Dorsey. Elvis entrò e Tommy disse ‘Non voglio suonare con lui’. Ma adesso non voglio aggiungere altro. Però ogni volta che l’ho incontrato con lui c’era Otis Blackwell, che gli diceva come cantare”.



A concludere le pesanti dichiarazioni, Quincy Jones ha parlato in generale del razzismo che ha vissuto durante la sua carriera nel mondo della discografia: ”Mi chiamarono per lavorare a Mirage di Gregory Peck. Indossavo il mio abito preferito, il produttore mi raggiunse alla Universal. Si fermò di colpo, tornò indietro e disse al supervisore musicale Joe Gershenson ‘Non mi avevi detto che Quincy Jones era un negro’. Non usavano compositori neri nei film. C’era molto razzismo”. Ha poi continuato esprimendosi son queste parole: ”Devono insegnarti a odiare qualcuno, non è un sentimento che nasce in modo naturale, non credo. A meno che non ti venga insegnato”.