Dopo Pfizer-BioNTech, Moderna e a breve AstraZeneca, l’Unione Europea potrebbe annoverare nella famiglia di vaccini anti covid anche lo Sputnik V, il farmaco di fabbricazione russa, e il Sinovac, prodotto invece dalla Cina. Entrambi sono infatti pronti ad essere esaminati dall’Ema, l’agenzia europea del farmaco e di conseguenza qualora arrivasse il lasciapassare a quel punto scatterà l’acquisto di ulteriori dosi di vaccini da parte dell’Unione Europea, che poi giungeranno anche in Italia. Sandra Zampa, sottosegretaria alla Salute, ha già aperto ai russi, spiegando, in un’intervista rilasciata stamane a Radio Uno che “Se l’Ema ci assicura validità, efficacia e sicurezza, possiamo prendere anche lo Sputnik“.



E sempre sullo Sputnik si è espressa nelle scorse ore la Cancelliera uscente di Germania, Angela Merkel, che in linea con le dichiarazioni dell’esponente del Pd ha spiegato: “Se il vaccino sarà approvato dall’Ema, potremo parlare di accordi sulla produzione e anche dell’uso”.

EMA AVVIA APPROVAZIONE SINOVAC E SPUTNIK: LA MERKEL TENDE LA MANO

La massima rappresentante tedesca è andata oltre, aggiungendo di aver offerto la collaborazione del Paul Ehrlich Institut per produrre il vaccino: “Al di là delle differenze politiche che sono ampie, possiamo certamente lavorare insieme in una pandemia, in un settore umanitario”. Sulla questione è intervenuto anche il virologo Giorgio Palù, che ha di fatto confermato quanto anticipato dai rumors: “L’EMA sta valutando l’opportunità di utilizzare altri vaccini come lo Sputnik e il Sinovac”. L’interesse dell’Ema deriva quasi sicuramente dall’aumentata richiesta dei paesi europei per il vaccino, che si è capito essere l’unica vera arma per contrastare l’epidemia di coronavirus, alla luce del fatto che i numerosi lockdown istituiti nel Vecchio Continente non stanno dando i frutti sperati. Ovviamente l’eventuale approvazione di Sputnik V e Sinovac sarebbe una lieta notizia anche per l’Italia, che ha l’obiettivo di raggiungere l’immunità di gregge, il 70/80% della popolazione vaccinabile, nel più breve tempo possibile. La speranza quindi è che l’esito positivo arrivi il prima possibile.



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