La miocardite e la pericardite sono possibili effetti collaterali del vaccino anti Covid sviluppato da Novavax. Dopo l’avvertimento della Food and Drug Administration, arriva la conferma dall’Agenzia europea per i medicinali (Ema). In particolare, è il Comitato di vigilanza sui rischi dei farmaci (Prac) dell’Ema ad essere arrivato a questa conclusione, alla luce di un piccolo numero di casi segnalati. Quindi, miocarditi e pericarditi possono verificarsi anche dopo la somministrazione del vaccino Nuvaxovid, prodotto dalla casa farmaceutica americana Novavax. Lo ha reso noto l’Ema sul suo sito ufficiale attraverso un aggiornamento.



Il Comitato raccomanda di inserire questo rischio nelle informazioni allegate al vaccino Novavax, insieme a un’avvertenza per sensibilizzare gli operatori sanitari e le persone che ricevono questo vaccino. Inoltre, chiede alle autorità competenti di fornire ulteriori dati sul rischio di insorgenza di questi effetti collaterali. La miocardite e la pericardite sono condizioni infiammatorie del cuore. I sintomi possono variare, ma spesso includono mancanza di respiro, battito cardiaco forte che può essere irregolare (palpitazioni) e dolore al petto.



FLOP NOVAVAX? SOLO 250MILA MILA DOSI IN EUROPA

Durante gli studi clinici sul vaccino Nuvaxovid non sono emerse particolari preoccupazioni in merito a miocardite e pericardite, ma Novavax ha annunciato di voler raccogliere altri dati per fornire ulteriori informazioni a riguardo. “Lavoreremo con le autorità di regolamentazione competenti per garantire che le informazioni sul nostro prodotto siano coerenti con la nostra interpretazione comune dei dati in arrivo“, ha dichiarato la casa farmaceutica americana.

Stando a quanto riportato da Sky Tg24, potrebbe rivelarsi questo un duro colpo per l’azienda, visto che sperava che le persone che precedentemente non avevano optato per i vaccini di Pfizer e Moderna avrebbero preferito Novavax proprio per la sua tecnologia differente, più testata. Si tratta, infatti, di una tecnologia usata e studiata da decenni per combattere influenza e malattie come l’epatite B. Il nuovo vaccino comunque non sembra aver ottenuto il risultato sperato, visto che dai dati resi dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC), da dicembre sono state somministrate solo 250mila dosi di Nuvaxovid in Europa.