Il comitato per la sicurezza dell’Agenzia europea del farmaco, l’Ema, ha dato il suo responso alle problematiche sollevate dal vaccino Johnson&Johnson, i casi di trombosi verificatisi negli Stati Uniti (otto persone su oltre sette milioni di vaccinati). Un responso che non chiude la vicenda, come ci ha detto Fabrizio Pregliasco, ricercatore del Dipartimento di scienze biomediche per la salute dell’Università di Milano e direttore sanitario dell’Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano, in questa intervista: “Si tratta delle stesse reazioni provocate dal vaccino AstraZeneca e infatti tutti e due usano un vettore virale e probabilmente è questa tecnologia a provocare i casi di trombosi”.
Coaguli di sangue insoliti con piastrine basse, in particolare nelle donne e in persone di età inferiore ai 60 anni: “Infatti adesso dovremo capire che profilatura fare, se cioè utilizzare il vaccino solo in persone over 60 e non nelle donne, ma al momento siamo ancora in mezzo al guado, dobbiamo aspettare la decisione su quale profilatura eseguire da parte dell’Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco”. Un bel problema, visto che la nostra campagna di vaccinazione prevede proprio i vaccini J&J e AstraZeneca in quantità maggiori.
Il verdetto dell’Ema sul vaccino Johnson&Johnson cosa implica?
È un verdetto in cui si lascia la disponibilità e la situazione del vaccino, aprendo così alla profilatura, cioè alla scelta di quale tipo di persone siano adatte al vaccino. Speriamo almeno che la profilatura sia uniforme.
I casi negli Stati Uniti, dice l’Ema, “si sono verificati in persone di età inferiore a 60 anni entro tre settimane dalla vaccinazione, la maggioranza nelle donne”. Questo vuol dire che gli under 60 e le donne non dovranno essere vaccinate con J&J?
Sì, potrebbe essere questa la profilatura prescelta.
Si sono verificati in queste persone coaguli di sangue insoliti con piastrine basse. Cosa significa?
È esattamente quello che è successo anche con AstraZeneca, ma era successo anche con l’eparina. Nel caso di J&J sembrerebbe essere legato a una produzione di anticorpi che colpiscono le proteine e poi determinano questi problemi.
J&J usa un vettore virale, un adenovirus. AstraZeneca anche, ci conferma?
Sì, esatto, probabilmente è proprio questa tecnologia a provocare il problema.
Per la nostra campagna vaccinale è previsto un uso massiccio di dosi J&J e AstraZeneca: cambierà qualcosa?
Dovremo vedere la profilatura e sulla base di questa capiremo cosa dobbiamo fare. Fino a quando l’Aifa non si pronuncerà, rimane una cosa a mezzo. A differenza di quanto avvenuto per AstraZeneca spero che ci sia un’indicazione europea unitaria e che non ci sia quella cacofonia terribile che ha creato un pasticcio sul vaccino anglo-svedese.
Rimane comunque valido l’assioma che i benefici della vaccinazione sono superiori ai rischi?
Davanti all’enorme numero di morti dovute al virus, non facciamoci prendere da atteggiamenti catastrofisti, da una paura della vaccinazione che supera addirittura quella del Covid.
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